Termalismo, tutto fermo fino alla decisione del Consiglio di Stato

Termalismo, tutto fermo fino alla decisione del Consiglio di Stato

Homepage - Secondo l'assessore Delli Iaconi l'immobilismo del settore è dovuto al ricorso delle Terme dei Papi e alla crisi. L'opposizione attacca la mancanza di progettualità dell'amministrazione

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Per il sogno di vedere Viterbo trasformarsi in città termale i tempi di attesa sono ancora lunghi. Impossibile per il momento dire quando, o almeno dall’amministrazione Michelini non arriva alcuna data. Tutta colpa dei ricorsi al Consiglio di Stato e della crisi, stando a quanto ha detto oggi l’assessore Delli Iaconi, durante il consiglio straordinario sul termalismo voluto dall’opposizione.

Al centro del dibattito c’è il caso delle ex Terme Inps, il cui rilancio è stato affidato al Comune dalla Regione nel 2014, ma che ancora rimangono al palo, bloccate come dagli anni ’90 a questa parte. Secondo Delli Iaconi, infatti, per convincere un qualsiasi imprenditore a investire 15milioni di euro per una struttura in concessione – e non in proprietà – servono almeno tre presupposti: una strumentazione giuridica (che il Comune dovrebbe aver risolto con la legge regionale del 2014), l’acqua e gli investimenti da parte del mercato.

Il nodo centrale è quello più particolare: l’acqua. L’amministrazione, infatti, tempo fa ha emanato una delibera con la quale veniva ridotto l’afflusso di acqua alle Terme dei Papi, per essere poi rediretta alle ex Terme Inps, ma l’azienda ha impugnato il documento e si attende una decisione del Consiglio di Stato, nonostante la sentenza del Tar che ha dato ragione al Comune. L’amministrazione è comunque fiduciosa che alla fine otterranno ragione e a quel punto l’acqua non sarà più un problema.

C’è poi il problema dei pozzi finora chiamati “abusivi”, che in realtà in gran parte sono autorizzati dalla Provincia per acqua normale. Sono 8 e con loro il Comune sta cercando un accordo per ridurre il volume d’acqua a uso domestico. Sei di loro hanno già accettato, mentre con due è in corso un contenzioso, ma la quantità d’acqua di questi pozzi è irrilevante, assicura l’assessore.

Oltre all’acqua, però, mancano anche gli investimenti. Finora, infatti, pare che nessuno si sia fatto avanti per il progetto di recupero. Delli Iaconi da la colpa alla crisi economica, ma Marini (FI) non è dello stesso avviso e dice che il Comune dovrebbe essere più pro attivo nella caccia agli investitori, non si può aspettare che qualcuno capiti a Viterbo per caso e decida di investire nel termalismo.

Si conclude così la relazione dell’assessore Delli Iaconi, poco apprezzata dai colleghi della minoranza, che non escono soddisfatti da questo incontro. Per Buzzi (FdI) non esiste un piano di sviluppo termale e tutto è fatto con pressapochismo. Per le ex Terme Inps c’è un project financing, ma poi si pensa a una bando per la concessione, mentre per le terme libere è tutto molto confuso.

Le somme per l’opposizione le tira Gianmaria Santucci (FondAzione) che ancora una volta ha la sensazione che non si sia arrivato a nulla. La situazione, secondo il consigliere, è la stessa di quando l’amministrazione Michelini è entrata, se non più confusa a giudicare dai diversi punti di vista che si hanno sul futuro delle ex Terme Inps e su come debbano essere concesse, se con un bando o tramite project financing.

Gli ordini del giorno vengono infine unificati e votati. La seduta finisce senza che si siano prese decisioni particolari sul futuro della città termale, si dovrà attendere che il Consiglio di Stato si pronunci sul caso delle Terme dei Papi. Intanto alla seduta hanno partecipato anche i diretti interessati, fra i quali Fausto Sensi delle Terme dei Papi, i gestori del Bagnaccio e i rappresentanti del comitato lavoratori ex Terme Inps, che ancora una volta non hanno ottenuto alcuna risposta.

Foto Fisioterapy Center

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