Termalismo, è far west da tribunale

Termalismo, è far west da tribunale

Politica - Il termalismo viterbese è bloccato, fermo su se stesso. E' una specie di far west che si combatte a colpi di tribunale tra i vari attori interessati alla "sonante" (sotto il piano degli euro) partita. Riuscirà Palazzo dei Priori a portare a casa un qualche risultato? L'orizzonte è scuro.

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Schermata 2015-01-08 alle 17.22.46Il termalismo viterbese è paralizzato in un far west a colpi di tribunale. Ricorsi, controricorsi, sospensive, Tar, Consiglio di Stato… E intanto si allungano i tempi, sempre più incerti e indefiniti, per il rilancio delle ex Terme Inps. L’aria insomma non è affatto buona, tutt’altro.

La partita delle ex Terme Inps

Ieri la questione termale è stata affrontata in consiglio. In scena le interrogazioni. Si alza Gian Maria Santucci (Fondazione) e chiede lo stato dell’opera del bando per la riqualificazione delle ex Terme dei Lavoratori. La risposta tocca al sindaco Leonardo Michelini, vista l’assenza dell’assessore preposto al ramo Antonio Delli Iaconi. E Michelini risponde così: “Abbiamo attivato un confronto con la Regione Lazio per definire un intervento di evidenza pubblica. L’ipotesi di bando sarà portata e discussa nell’apposita commissione”.

Niente road map, niente date. Eppure correva il mese di settembre 2014 quando la questione sembrava pronta a partire. L’assessore Delli Iaconi a fine settembre annuncia come in dirittura d’arrivo il bando europeo per l’assegnazione della gestione delle ex Terme Inps ai privati. Annuncia di avere una bozza del documento e lo illustra con queste parole: “Puntiamo a una struttura all’avanguardia, dotata di almeno cento camere a quattro-cinque stelle, in grado di fornire prestazioni termali d’alta qualità e non solo”. E ancora: “Abbiamo individuato una procedura particolare, quella del cosiddetto dialogo competitivo. Questo perché non vogliamo mettere troppi vincoli alle imprese e questa procedura ci consente di avere un dialogo con gli imprenditori che manifestassero interesse per la gara. Dialogo finalizzato a individuare una o più soluzioni in grado di soddisfare le necessità dell’amministrazione”.

Belle parole, seguite dal silenzio e dal nulla di fatto. Il rilancio delle ex Terme Inps resta lettera morta, un progetto in alto mare. E di sicuro se non si riuscirà a riportare l’acqua termale nelle sorgenti dell’impianto nessun imprenditore sarà così pazzo da avventurarsi in un business vuoto.

Il triangolo di fuoco: Comune, Terme dei Papi e Terme Salus

Intanto non si riesce a scrivere la parola fine nell’eterno braccio di ferro tra Palazzo dei Priori e Terme dei Papi. La deliberazione del consiglio comunale, del luglio scorso, che imponeva il dimezzamento dell’acqua termale utilizzabile dall’azienda della famiglia Sensi è stata sospesa nella sua efficacia. Doveva entrare in vigore dal primo gennaio 2015, determinando l’utilizzo di acqua dagli attuali 44 litri al secondo a 22. Ma il Tar ha sospeso in attesa del pronunciamento, atteso a breve, del Consiglio di Stato. Consiglio di Stato a cui ricorse il Comune dopo una precedente sentenza sempre del Tribunale Amministrativo Regionale dove si riconosceva ai Sensi il diritto di utilizzare tutta l’acqua necessaria per il corretto funzionamento della struttura. Sul pronunciamento del Consiglio di Stato si gioca in buona sostanza il futuro delle ex Terme Inps. Se la spunteranno i Sensi difficilmente si troverà il modo per riportare acqua termale nelle vicine Terme dei Lavoratori oggi completamente a secco.

C’è poi la partita con le Terme Salus. Dopo il prosciugamento della “callara” del Bullicame, in seguito ai lavori effettuati dalle Terme Salus sul pozzetto San Valentino, il sindaco ha firmato un’ordinanza che impone il ripristino delle situazioni precedenti al fattaccio del 25 novembre scorso. Terme Salus è ricorsa al Tar ottenendo una sospensiva dell’ordinanza fino al 28 gennaio. Risultato? Il glorioso termalismo libero viterbese messo k.o. ancora per tutto il mese. E poi? Poi non è chiaro cosa accadrà. C’è un progetto su come sistemare la falla che balla sui tavoli della Regione e si attende l’approvazione della stessa.

Morale della favola

Quello del termalismo, dopo tanti anni di oblio e posti di lavoro persi e occasioni di crescita della città mancate, è tornato recentemente al centro del dibattito politico. Tra le promesse e le speranze elettorali seminate dall’attuale sindaco Leonardo Michelini c’è anche quella del rilancio del settore. La matassa è difficilissima da sbrogliare e il Comune ha cercato di muovere qualcosa, ma forse l’incancrenita situazione, gli interessi di parte degli operatori esistenti e le pastoie della giustizia italiana avranno la meglio. Prospettando quindi una gattopardesca situazione, che casserebbe per sempre l’idea di Viterbo come città termale.

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