Teatro Unione, Cervo: “Un pubblico attento esiste in città, il successo di QdA lo dimostra”

Teatro Unione, Cervo: “Un pubblico attento esiste in città, il successo di QdA lo dimostra”

Homepage - Le riflessioni lanciate sui social da Alfonso Antoniozzi hanno innescato molti commenti. Tra questi quello del drammaturgo di livello europeo che da un ventennio si dà da fare per portare nella Tuscia un festival innovativo e al passo con la contemporaneità internazionale. Con tutte le difficoltà del caso ma anche con preziosi risultati, come la vittoria di un milionario bando europeo.

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“A Quartieri dell’Arte abbiamo avuto il tutto esaurito, seppure spesso in venue di piccola-media scala, a praticamente tutti gli eventi. E abbiamo una media di più di uno spettacolo al giorno per due mesi l’anno continuati. Alla nostra apertura c’erano più di mille spettatori. Sono ritmi da Centro di produzione. E’ vero, poi si sentono a volte operatori teatrali e musicali che sputano improvvise sentenze. Ma chi in questi anni ha favorito la chiusura di un gioiello come il Festival Barocco cavalcando l’onda di festival musicali parrocchiali che hanno leso l’immagine della cultura in città? Chi ha favorito l’entrata nell’arena poilitica locale di soggetti culturali? Ecco, quando io sento certi commenti mi chiedo se non mi trovo di fronte a fenomeni di proiezione; proiettare sull’altro da sé i propri sbagli”. Firmato Gian Maria Cervo, al secolo direttore artistico di QdA.

Le riflessioni lanciate sui social da Alfonso Antoniozzi hanno innescato molti commenti. Tra questi quello del drammaturgo di livello europeo che da un ventennio si dà da fare per portare nella Tuscia un festival innovativo e al passo con la contemporaneità internazionale. Con tutte le difficoltà del caso ma anche con preziosi risultati, come la vittoria di un milionario bando europeo.

“Dobbiamo dire di no a un sacco di gente che quindi neanche si presenta al botteghino perché sa che lo spazio è esaurito, è ovvio che programmando una sala più grande si scelgano anche attori popolari – entra nel dettaglio Cervo -. E per quella che è la mia esperienza il pubblico viterbese risponde. Quando abbiamo portato Giancarlo Giannini abbiamo riempito il Palazzo dei Papi per due giorni consecutivi: 800 spettatori. E con La Fura abbiamo avuto più di 1000 spettatori quest’anno. Non mi sembrano nomi televisivi e mi sembra che abbiano comunque un impatto. Il problema semmai è quello della produzione di qualità con o senza nomi popolari. E’ chiaro il lavoro sul pubblico va fatto ma ci sono gli operatori che hanno know how.”.

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