Teatro dell’Unione, dietro le quinte le grandi manovre per candidarsi alla gestione
Homepage - La sfida è ardua e serviranno capitani veri, capaci di trovare i modi e i tempi per far quadrare le spese e ridare vita a una realtà morta da troppo tempo nel comune capoluogo. Centrale sarà il bando e da quello capiremo cosa vuole chi ha il boccino in mano. Leggasi Palazzo dei Priori. A dettare le linee guida ai dirigenti sarà chiamata la giunta targata Michelini, che ha quindi una grande responsabilità.
Prima l’approvazione del bilancio 2017, poi il bando di gara per l’assegnazione. La partita per arrivare alla riapertura del Teatro Unione entra nel vivo. Tanti i giocatori che hanno in testa di candidarsi alla gestione e al ruolo di direttore artistico.
L’atmosfera inizia a scaldarsi e i pretendenti stanno affilando le armi e stanno ragionando su possibili alleanze e gruppi di pressione per riuscire a spuntarla. Fuori luogo fare nomi e cognomi, ancora è presto. La prima questione importante riguarda i soldi. Quanti fondi saranno disposti a stanziare da Palazzo dei Priori. Lì c’è buona parte della sostanza e in maniera direttamente proporzionale alla cifra c’è d’aspettarsi una battaglia più o meno forte.
La sfida è ardua e serviranno capitani veri, capaci di trovare i modi e i tempi per far quadrare le spese e ridare vita a una realtà morta da troppo tempo nel comune capoluogo. Centrale sarà il bando e da quello capiremo cosa vuole chi ha il boccino in mano. Leggasi Palazzo dei Priori. A dettare le linee guida ai dirigenti sarà chiamata la giunta targata Michelini, che ha quindi una grande responsabilità.
Occorrerà tracciare una direzione chiara, obiettivi precisi e gettare le fondamenta per un’operazione di riapertura credibile. La lista dei pretendenti, tutti ovviamente coperti e pronti a scattare in avanti quando i tempi saranno maturi, si preannuncia come piuttosto lunga.