Targa in ricordo degli ebrei nascosta in soffitta. Il sindaco Michelini metta fine a questa vergogna

Targa in ricordo degli ebrei nascosta in soffitta. Il sindaco Michelini metta fine a questa vergogna

Cronaca - Riportare la targa che ricorda il rastrellamento degli ebrei viterbesi a un'altezza ragionevole. Questo l'appello che in molti hanno rivolto al sindaco di Viterbo Leonardo Michelini.

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ebreiLontano dagli occhi, lontano dal cuore. Questa la triste sorte della targa commemorativa del rastrellamento di tre ebrei viterbesi avvenuto nel 1944. In questi giorni la vicenda drammatica di Emanuele Vittori Anticoli, Letizia Anticoli e Angelo Di Porto è stata riportata all’attenzione pubblica grazie alla posa delle “pietre d’inciampo” in via della Verità 19.

LA POSA DELLE PIETRE D’INCIAMPO

Un momento importante per la città di Viterbo, che ha regalato l’emozione di una concittadina nominata per diventare “giusta tra le nazioni”, titolo riconosciuto dalla stato d’Israele a chi non rimase a guardare indifferente allo strazio del popolo ebraico.

UNA VITERBESE GIUSTA TRA LE NAZIONI

Che ha messo in evidenza un altro aspetto importante: quello della targa posta praticamente ad altezza soffitto in via della Verità. Posta in un luogo non visibile, tranne che per qualche superuomo (non nel senso utilizzato da Nietzsche ma in quello dei fumetti Marvel: gente allungabile o con vista bionica).

La cosa che la dice lunga è il motivo per cui quel pezzo di pietra che consegna alla memoria collettiva una storia importante è così in alto, tanto da diventare invisibile. “Sta lì perché altrimenti lo spaccavano, è già successo negli anni passati. Negli anni in cui era stata collocata a un’altezza umana”, ci raccontano.

L’appello che rivolgiamo al sindaco Michelini è di riportare la targa dove è giusto metterla. In un punto ben visibile, affinché tutti possano riflettere nel vederla. Affinché tutti possano ricordare l’episodio di una storia vigliacca e vergognosa. Storia che serva da monito per le nuove generazioni. Rivolgiamo al sindaco Michelini l’appello di tanti cittadini che durante il giorno della posa delle “pietre d’inciampo” non hanno potuto fare a meno di avanzare al primo cittadino questa richiesta.

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