T-urbe#2 > Così lontano, così vicino!

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Blog - In questo post si racconta di strade, marciapiedi e vicinanza. Perché dopotutto essere infastiditi dalla folla non equivale ad essere sociopatici.

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follaForse all’angelo Damiel  sarebbe piaciuto il video che ho visto qualche giorno fa nel turbinio di condivisioni social ormai quotidiano. Il video in questione è Walkin Contest (lo trovate alla fine del post) e vede Daniel Koren spiegare a se stesso, agli altri, a noi che lo stiamo ascoltando, cosa prova quando si trova a camminare vicino ad uno sconosciuto, alla sua stessa velocità. Il musicista racconta che si sente subito a disagio e cerca di aumentare il passo e la velocità per superare lo sconosciuto. “E poi, quando raggiungo la linea del traguardo [immaginario], mi volto indietro verso di lui e mi sento vincitore, ma anche un po’ stupido“. E lo fa con un pathos invidiabile o, per essere sincera, un pathos che vorrei tanto avere quando mi capita di parlare davanti ad un pubblico che si aspetta di sentire da me cose interessanti.

Qui siamo a Viterbo, e la moltitudine di persone che si affolla sui marciapiedi non è certo paragonabile a quella di Berlino o New York (quindi niente paura, l’angelo Damiel ci lascerà stare), ma poco importa.

Il tizio del video cammina a braccetto con la paranoia della vicinanza degli altri. Proprio gli altri, anonimi e sconosciuti, gli provocano fastidio e disagio. Appena ho visto il video, mi è venuto in mente un libro che ho studiato per un corso di progettazione quando frequentavo l’Università. In una delle pagine c’era uno schizzo che spiegava l’ingombro che le persone hanno quando camminano per strada. Allora: due persone che camminano vicine, con la stessa velocità, ingombrano circa un metro e mezzo, mentre la falcata di una persona misura circa 0,75 metri. E fino qui, tutto bene. Ma la parte più interessante, è un’altra.

Un pedone fermo occupa in media 0,25 mq; se invece porta due valigie, spinge una carrozzina o è in movimento, può occupare fino a 1,25 mq. […] Lo stato di benessere psicologico del pedone è condizionato dalla possibilità di vedere lunghi tratti di fronte a sé senza intralci od ostacoli: questa distanza varia a seconda del motivo dello spostamento.

Infatti pare che nel caso dovessimo fare una camminata in plotone per andare a lavoro di corsa, per stare tutti sereni dovremmo mantenerci ad una distanza di 1,8 m dal nostro vicino, mentre se volessimo fare lo struscio al corso il sabato pomeriggio avremmo bisogno di più spazio, 3,2 m. Ancora più spazio per una passeggiata, almeno 10 metri e mezzo.

L’ansia, la paranoia e l’odio verso il genere umano iniziano a montare quando non riusciamo a disporre neanche di mezzo metro quadro: pedoni che si affollano, borsette che si scontrano, inversioni di rotta e attraversamenti impossibili. In quella situazione il nostro benessere psicologico crolla, la serenità è svanita e sale la voglia di tornarsene a casa a fare i misantropi.

Meglio così. Allora non sono poi così tanto sociopatica.

 

Foto Fisioterapy Center

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