Storia della Macchina di Santa Rosa a Expo, luci e ombre (Guarda il video)

Storia della Macchina di Santa Rosa a Expo, luci e ombre (Guarda il video)

Homepage - Siamo andati a Milano, all'Expo, e abbiamo visto con i nostri occhi l'operazione Macchina di Santa Rosa all'esposizione internazionale. Abbiamo cercato di tratteggiare un quadro quanto più possibile realistico, tra luci e ombre.

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Macchina di Santa Rosa a Expo, storia di un’operazione tra luci e ombre. Scrivere e raccontare alla gente, soprattutto ai viterbesi, di questo argomento non è semplicissimo. Per questo abbiamo ritenuto che per tentare di essere più neutrali possibile forse era il caso di andare direttamente a Milano e cercare di capire come stanno le cose.

Il posizionamento

Fiore del Cielo è posizionata all’interno del giardino del padiglione Eataly. Nei giorni scorsi in città si era parlato di un posto nascosto o cose simili. In realtà si tratta di uno dei posti più visibili dell’intera area Expo e anche di uno dei più frequentati, soprattutto durante le ore notturne. Infatti l’esposizione internazionale è aperta fino alle 23 di sera, con un’ulteriore proroga in ballo fino alla mezzanotte. L’ingresso dopo le 19 è di 5 euro e questo sta facendo sì che ogni giorno in tantissimi, dalle zone vicine allo spazio fieristico, decidono di cenare a Expo. Ci troviamo sul decumano, la colonna vertebrale dell’esposizione e precisamente al centro di questo.

Tra l’altro ci sono state tutta una serie di polemiche per il posizionamento del padiglione Eataly, ritenuto strategico e quindi di favore per il patron Oscar Farinetti. Dal decumano la Macchina spicca dalla grande scritta Eataly. Basta percorrere poche decine di metri, nel corridoietto di accesso laterale per essere praticamente sotto Fiore del Cielo. Voto: 8

 

Come si presenta

La Macchina arriva da sola agli occhi di chi guarda. E chi arriva qua sotto lo fa perché attratto dalla mole della struttura e perché cerca di capire di cosa si tratta. Il visitatore viene accolto da un pannello dalle dimensioni contenute ma essenziale. Ci sono riportate le informazioni utili per comprendere un minimo di cosa si tratta. Più avanti uno schermo, anche questo di dimensioni contenute (forse troppo) manda le immagini del trasporto e della costruzione di Fiore del Cielo. Ci sono dei tavoli e delle sedie per sedersi. Qualcuno a Viterbo ha sollevato la polemica della Macchina posizionata ad abbellimento di un bivacco. Un punto di vista che può essere ritenuto capace di cogliere una verità, anche se la Macchina non è a Milano per rendere sacro Expo. E’ lì per farsi vedere e per rappresentare Viterbo tra i ‘Tesori d’Italia’, che è la mostra curata da Vittorio Sgarbi. Tutto quello che è dentro questa mostra, in buona sostanza, può essere considerato arredamento per il ristorante Eataly, ma la realtà è ben più complessa e carica anche di altri sensi. La differenza tra come si presenta la Macchina di giorno e di notte è abissale. Ma questo è noto a tutti i viterbesi. Voto: 7

 

La promozione

Essere a Expo è una grande cosa ma non basta per sfruttare al meglio l’occasione. La Macchina di Santa Rosa è lì per promuovere una tradizione e un territorio:Viterbo e la Tuscia. Promuovere vuol dire saper raccontare, conquistare l’interesse, coinvolgere, anche stupire. Tutto questo manca. Mancano idee per realizzare questi obiettivi di cui abbiamo detto sopra. La scusa che si può accampare, per altro piuttosto trita e banale (perché risentita su tante cose), è che non ci sono i soldi. A chi volesse trincerarsi dietro questo scudo di cartapesta diciamo chiaramente che è uno stolto. Le operazioni vanno fatte bene o non vanno fatte per niente. Per un evento come la presenza a Expo occorre che il Comune di Viterbo stanzi un budget ragionevole. Non basta portare la Macchina a Milano, occorre pagare professionista che abbiano idea di come rendere la Macchina viva e come affascinare i presenti a Viterbo e alla Tuscia. Oppure si rischia l’effetto “bello ma non balla”.

Fiore del Cielo 01.jpg

Per avere degli spunti basta guardarsi intorno. Il padiglione dell’Ecuador ha una squadra di ragazzi vestiti da Dodo, un uccello delle Galapagos, in via d’estinzione e simbolo del Paese. Ballano con la gente, la invitano a visitare il padiglione, distribuiscono materiale sull’Ecuador. Roba che hanno diversi padiglioni. Serve anche la distribuzione di materiale promozionale di Viterbo e della Tuscia da lasciare alle persone. Insomma va corretto il tiro e vanno trovati i soldi. Altrimenti si rischia di fare come quello che va in vacanza a Parigi e poi non entra al Louvre perché non ha i soldi per il biglietto. Un assurdo. Ci sono ancora 5 mesi davanti ed è possibile correggere il tiro. Bene, per esempio, l’idea dell’accensione a fiamma viva. Servono idee e soldi per le idee. Voto: 4

 

L’operazione

L’occasione colta di essere presenti a Expo con la Macchina di Santa Rosa è epocale. Nessun’altra città d’Italia ha dentro Expo l’opportunità di essere visibile come Viterbo. Tutti i padiglioni delle Regioni in confronto sono roba anonima e poco interessante rispetto ai padiglioni delle nazioni del mondo. Essere a Eataly è garanzia di tanti contatti, perché in tantissimi scelgono quel ristorante. Soprattutto lo scelgono i visitatori non italiani. Però non basta esserci, occorre colpire, stupire, fare sognare. Occorre poi utilizzare questi ami per promuovere Viterbo e la Tuscia. Tutta questa parte manca e magari si potrebbe cercare di costruire facendo anche sinergia con i principali comuni del Viterbese. C’è un’intera provincia da far ruotare e mettere a sistema intorno alla presenza della Macchina di Santa Rosa. Non farlo significa giocare metà partita. Voto: 6,5

 

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