Stalinismo viterbese

Stalinismo viterbese

Editoriali - L'omosessualità venne criminalizzata nell'Unione Sovietica nel 1934, nel periodo peggiore delle repressioni volute da Stalin, con milioni di morti nei campi di sterminio. La Russia post-sovietica ha rimosso quella legge nel 1993. Vladimir Putin nel 2013 ha deciso di fare un passo indietro [...]

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L’omosessualità venne criminalizzata nell’Unione Sovietica nel 1934, nel periodo peggiore delle repressioni volute da Stalin, con milioni di morti nei campi di sterminio. La Russia post-sovietica ha rimosso quella legge nel 1993. Vladimir Putin nel 2013 ha deciso di fare nuovamente un passo indietro e di vietare le esternazioni in pubblico tra persone dello stesso sesso. Cosa c’entra ora questa noiosissima lezione di storia? C’entra eccome.

Perché il modello-Russia sembra quello che appassioni di più i viterbesi impegnati nel contrastare l’ipotesi di approvazione del Registro delle coppie di fatto. Ad esempio Maria Rosetta Virtuoso condivide su Facebook link nei quali si annuncia la proposta della Chiesa Ortodossa russa di indire un referendum anti-gay, Carla Vanni del movimento Sì alla famiglia mette mi piace allo stesso link e l’ex-Pdl Roberto Bennati esponente del Forum per la famiglia invece cita la Russia capace di fare passi indietro sul tema dei diritti. La stessa Russia che proprio su quelle leggi ha ricevuto critiche dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani. Insomma, il centrodestra viterbese è stalinista a sua insaputa?

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