Sit-in in piazza delle Erbe contro le mafie

Sit-in in piazza delle Erbe contro le mafie

Homepage - VITERBO - La manifestazione si è aperta con una pagina tratta dalla “Lettera ad un razzista del terzo millennio”, di don Luigi Ciotti (il fondatore di Libera, l’associazione che ieri per la ricorrenza aveva organizzato una grande manifestazione a Padova), la cui lettura ha evidenziato lo strettonesso fra la lotta alla mafia e il contrasto ad ogni forma di xenofobia.

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Il 21 marzo, in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, il comitato Lavoro e Beni Comuni, con l’adesione dell’ ANPI provinciale e dell’Arci Viterbo (che ha partecipato anche a sostegno della nave “Mediterranea” e
quindi contro l’illegale chiusura dei porti da parte del governo giallo-bruno) ha promosso un sit-in in piazza delle Erbe.

La manifestazione si è aperta con una pagina tratta dalla “Lettera ad un razzista del terzo millennio”, di don Luigi Ciotti (il fondatore di Libera, l’associazione che ieri per la ricorrenza aveva organizzato una grande manifestazione a Padova), la cui lettura ha evidenziato lo stretto
nesso fra la lotta alla mafia e il contrasto ad ogni forma di xenofobia.

Sono intervenuti, tra gli altri: Peppe Sini, che ha ricordato come il malaffare sia storicamente radicato in una città di terziario clientelare come la nostra, per di più caratterizzata da decenni di forte radicamento militare; e come tale ‘modello di sviluppo’ si sia interfacciato a un ceto politico cresciuto su due pilastri: clientelismo a fini di arricchimento privato e rapina delle risorse pubbliche.

Luigi Telli ha poi letto un elenco di giovani e giovanissimi assassinati dalla mafia; mentre Maria Immordino ha ricordato le origini storiche della mafia siciliana, nata inizialmente come braccio armato dei feudatari per soffocare le rivendicazioni contadine degli inizi dell’800, cresciuta poi grazie alle efficaci relazioni con il potere politico, ecclesiastico e con le forze dell’ordine e quindi alla sua capacità di
trasformarsi, adeguandosi ai vari cambiamenti storico-economici.

“Il loro radicamento nella ‘società civile’, la loro struttura rimasta nel tempo intatta, consente alle varie mafie di operare oggi come un micidiale veleno che tutto soffoca e distrugge. In nome delle vittime innocenti della mafia,
dobbiamo proseguire nel nostro impegno di lotta e di contrasto”, così Barbara Cozzolino di Lavoro e Beni Comuni.

Foto Fisioterapy Center

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