#SaveBullicame – Viterbesi sveglia, vi hanno rubato il termalismo (video)

#SaveBullicame – Viterbesi sveglia, vi hanno rubato il termalismo (video)

Primo Piano - Invitiamo i cittadini a denunciare una situazione intollerabile e ingiustificabile condividendo questo articolo sui proprio social network, facendo montare l'indignazione e aprendo il dibattito e la riflessione. Invitiamo a raccogliere e rilanciare l'appello #SaveBullicame.

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L’istinto, la voglia che ti sale dentro, è quella di prendere a calci e a cazzotti quel cartello rugginoso e così indegno che sta lì appena arrivi. Sopra c’è scritto: “Il Bullicame è di tutti, cerchiamo di non sporcare”. “E’ di tutti”, sono queste tre parole che ti rimbombano in mente quando allarghi lo sguardo e vedi che non c’è nessuno.

Solo una figura lontana con un cane, che potrebbero essere benissimo due spettri. Sempre che si accetti l’idea che anche gli animali abbiano un’anima e quindi possano diventare spettri. Ma non è tempo di filosofie ostruse. Il Bullicame è morto, è cadavere, è perso nel deserto dell’indifferenza dei viterbesi. Diventa difficile capire se un giorno lo rivedremo, se dovremo attraversare l’oceano del tempo e trovare più degni discendenti dei viterbesi di oggi capaci di riportare in vita questo parco, questo simbolo delle terme viterbesi.

La stele di rocce, che ricorda stanca e appannata i versi di Dante, ci suggerisce che siamo all’Inferno. Solo all’Inferno è possibile buttare all’aria la ricchezza, la vita, il lavoro, la possibilità di dare una speranza a tanti. E’ possibile all’Inferno e a Viterbo.

Le canaline scavate dall’acqua sono vuote, secche, asciutte. Sono vene di un cuore, quello della Callara, che ha smesso di battere. Le vasche sono pozzanghere sporche e spettrali. La vasca del rospo smeraldino è suolo lunare. Vuota, completamente asciutta e di quell’animaletto viterbese rimane solo il ricordo simpatico stampato su un paio di cartelloni informativi. Magari se sei fortunato e scavi nella fanghiglia asciutta potresti trovare qualche scheletrino dell’animale o qualche esemplare mummificato.

Il Bullicame è il simbolo del termalismo viterbese, ma anche la prova di un grave danno inferto alla città e ai cittadini. Danno a un patrimonio pubblico per il quale nessuno ha pagato né sta pagando né, ci sembra chiaro, pagherà.

 

Ore 15 del 25 novembre 2014, l’apocalisse

Tutto è iniziato alle 15 del 25 novembre 2014. Al pozzo San Valentino, a qualche chilometro di distanza sulla Tuscanese stanno effettuando dei lavori di ripulitura. Lavori che aprono una falla nel condotto. L’acqua del Bullicame inizia a scendere. La gente che fa il bagno nelle pozze vede le canalette spegnersi a poco a poco. Dopo poche ore il principale parco termale viterbese non dà più segni di vita. E’ in coma vegetativo.

I geologi Pagano e Troncarelli mettono a punto un progetto d’intervento per sistemare la situazione. Nel mese di febbraio vengono effettuati i lavori di sistemazione della falla e l’acqua inizia a tornare al Bullicame. Ma è ancora poco, questo perché il pozzo San Valentino continua a emungere molti più litri al secondo dei 3 e mezzo che venivano tirati su prima del 25 novembre. E’ necessario un secondo intervento che vada a limitare proprio questa portata, ripristinando i vecchi livelli. Ma questa azione non porta frutto.

Il Comune ha fatto istallare un tubo, di quelli con cui si riempiono d’estate le piscinette in plastica per bambini. Porta acqua, si fa per dire, alla pozza principale. Il risultato non c’è. Sembra una presa in giro. Una pezzetta su un buco enorme. E’ come se ti avessero rubato casa e per risarcirti pensassero di regalarti una di quelle casupole di plastica del Chicco. Può funzionare se hai tre anni, non se sei un cittadino adulto. Evidentemente a Viterbo non ci sono più cittadini e quindi va bene anche quel tubo ridicolo, imbarazzante e offensivo per qualsiasi forma d’intelligenza umana.

 

 

#SaveBullicame

Apriamo l’anno con un messaggio chiaro, con un’azione da portare avanti: #SaveBullicame. Invitiamo i lettori de La Fune e tutti i viterbesi a costruire una vera campagna d’indignazione, a lanciare un messaggio forte. Rompere il silenzio, l’indifferenza, scuotere le coscienze è il primo passo. Chi amministra deve dare risposte e deve essere chiamato a farlo. Salvare il Bullicame è una cosa che si può fare, che deve partire dalle persone. E’ come quando subisci un furto, se vuoi che ti venga restituito quello che ti è stato sottratto devi denunciarlo. Invitiamo i cittadini a denunciare una situazione intollerabile e ingiustificabile condividendo questo articolo sui proprio social network, facendo montare l’indignazione e aprendo il dibattito e la riflessione. Invitiamo a raccogliere e rilanciare l’appello #SaveBullicame.

Magari non ascolteranno a Palazzo dei Priori, dove sono affaccendati in altro, ma forse troveremo sponde altrove. Magari in Regione, quella Regione proprietaria della risorsa termale viterbese che viene trattata così in questa piccola e mediocre città.

Foto Fisioterapy Center

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