San Pellegrino in Fiore dalla A alla Z. Tutto quello che è successo e anche di più

San Pellegrino in Fiore dalla A alla Z. Tutto quello che è successo e anche di più

Cronaca - San Pellegrino in Fiore si conferma una manifestazione facente parte del dna della città di Viterbo. Siamo andati a curiosare nei diversi angoli della città e abbiamo tirato fuori una descrizione "alfabetica" del tutto.

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San Pellegrino in Fiore tira. Abbiamo pensato di raccontarvelo, nei suoi vari aspetti, con tutte le lettere dell’alfabeto.

 

San Pellegrino in Fiore

 

A, come “andiamo a farci un giro in centro, che così vediamo cosa hanno combinato quest’anno”. Questa la frase più gettonata dai viterbesi nei giorni del ponte del primo maggio.

B, nel senso di “buona la prima” edizione dell’amministrazione Michelini.

C, come “clima”. Una bella atmosfera ha interessato la preparazione e i giorni di questa edizione.

D, “diamine piove”. Frase che alcuni, i più anticlericali, hanno articolato in forma diversa.

E, “e questo che caspita c’entra?”. Il commento generalmente pronunciato quando ai piedi di palazzo papale si butta l’occhio su un grosso cervo in bronzo.

F, come fiori. Presenti in media quantità, poco capaci di stupire veramente ma comunque sufficienti a realizzare un bell’effetto generale. Non siamo andati sulle stelle ma neanche nelle stalle.

G di gojo o di goji, se preferite. Vince il primo premio nella speciale nomination di questa categoria, tutta viterbese, l’abitante della casa di via Pietra di Pesce. Cosa ha combinato? Ha steso sul filo dei panni un paio di guanti e uno di calzini con dentro dei vasetti. Geniale.

H, “hotel”. Qualcuno li ha raccontati come tutti pieni. La domanda che ci facciamo è questa: riempiti con cosa?

I, nel senso di “imbecilli”. Tutti quelli che abbiamo “pizzicato” con la macchina per le vie di San Pellegrino in Fiore. Non servono altre parole.

L, come “ladri”. Se qualcuno ruba un fiore per te sotto sotto c’è un ladro! A tutti quei “romanticoni” che hanno pensato bene di giocare a “Romeo e Giulietta” con i fiori degli addobbi va un nostro personalissimo e inglesissimo “Fuck!”.

M, come “Michelini”. Il primo cittadino ha tagliato il nastro della manifestazione con una certa soddisfazione. Da un esperto del settore francamente ci aspettavamo di più, comunque tutto è nel complesso filato liscio. Né onori né oneri, ordinaria amministrazione.

N, “nidi di gabbiano”. Uno esce per vedersi le piante e viene a sapere che sulle torri di Viterbo stanno arrivando i gabbiani. In questo caso anche “n” come “news”.

O, “ombrelli”. Molto colorati hanno realizzato abbinate incredibili con i fiori e il grigio del peperino.

P, come “Pro Loco”. Quella di Viterbo si è data da fare per questa edizione di San Pellegrino in Fiore. L’idea degli stendardi delle corporazioni medioevali della città è stata, per esempio, partorita dal presidente Irene Temperini. Bravi!

Q, nel senso di “quadri”. Bella la mostra nella struttura Asl sul ponte del duomo. Bravo anche a Ivan Cusi, sculture interessanti.

R, come Ricci. Nel senso di Antonello Ricci. Pur di fare una nuova passeggiata è andato a scomodare anche il brigante Tiburzi e il bandito Giuliano.

S, nel senso di “spendicchiano”. La risposta più frequentemente data dai venditori di piante e fiori all’interrogativo: “come va a incasso?”.

T, come “traffico”. Maledetto traffico che in questi giorni ha dato terribile dimostrazione di sé nel “serpentone del cazzeggio” di via Cavour.

U, della serie “urge migliorare la comunicazione degli eventi”. Da dove si capiva che in centro era in corso San Pellegrino in Fiore? Cosa è stato fatto per farlo sapere oltre le mura?

V, come “Viva Viterbo”, non il movimento politico ma la città. Seduti ai tavolini dei bar per qualche Tennent’s con gli amici, da diverse bocche abbiamo sentito uscire questa frase: “Però, questa città ha il suo fascino”.

Z, come “Zecca di Viterbo”. Non è niente che abbia a che fare con la politica. Si tratta dell’idea, da annaffiare, di Marco Guglielmi che in via Ottusa pensa bene di poter tornare a battere i “Viterbini”. Non è una mossa elettorale anti-euro ma l’inizio di una strada che dovremmo percorrere per realizzare un percorso medioevale nel centro storico. Assessore Ricci, ci butti un occhio!

 

Foto Fisioterapy Center

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