S. Pellegrino in Fiore, boom di visitatori ma necessario andare “oltre le mura”

S. Pellegrino in Fiore, boom di visitatori ma necessario andare “oltre le mura”

Editoriali - Per il suo primo San Pellegrino in Fiore Leonardo Michelini porta a casa un bel sei e mezzo. Questo almeno il voto che intende assegnargli La Fune. Molta gente, bel clima ma si deve fare di più.

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sanpeAlzare l’asticella su San Pellegrino in Fiore sarebbe cosa buona e giusta. La manifestazione, ormai storica, tira. Ventottesima edizione e di fiori, allestimenti e mercatini vari ne sono passati sotto i profferli e le arcate medioevali. L’apertura ha attirato in centro tantissimi, uno struscio continuo, dal taglio del nastro della mattina a notte fonda. Questa seconda giornata invece è stata azzoppata dal maltempo ma da qui al 4 maggio è lecito pensare in nuovi fortunati afflussi.

 

Michelini porta a casa un bel sei e mezzo. Quella di quest’anno è la prima edizione “curata” dalla nuova amministrazione. Nel complesso la situazione è abbastanza routinaria. Niente è capace di colpire veramente, niente innovazione, niente idee vere. Però, questo è giusto segnalarlo, c’è un clima positivo. La Pro Loco ha tirato fuori gli stendardi delle antiche corporazioni viterbesi, la Zecca di Viterbo è tornata a “battere conio”, grazie a Marco Guglielmi, e tanti artigiani e commercianti hanno fatto del loro meglio per mettere del loro sulla manifestazione.

 

A proposito di idee vere, di un disegno pensato per San Pellegrino in Fiore, ritengo utile tirare fuori quanto accaduto nell’edizione 2011. Per certi aspetti fu problematica, tanto che si dovette chiamarla ‘Viterbo in Fiore’, ma in quell’anno si videro due cose estremamente positive. Magari da riprendere. Innanzitutto la manifestazione venne “disegnata” da degli architetti. Magari alcuni non gradirono ma sicuramente si trattò di una versione più interessante dell’evento. Questa sarebbe, a nostro modesto avviso, una strada da riprendere.

 

In secondo luogo fu un’edizione su cui volle scommettere anche la Regione Lazio. Forse nel patto con Zingaretti si potrebbe puntare di inserirci anche il sostegno a questa storica manifestazione laziale. Soldi che potrebbero tornare utili per garantire una promozione decente. Cosa che purtroppo è mancata anche questa volta. E non ci si venga a dire che per comunicare servono tante risorse, in molti casi possono bastare anche giuste idee e prospettive sensate. Noi ne avremmo avute più d’una, magari per il prossimo evento …

 

 

 

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