Salvini conquista Viterbo e lancia Arena sindaco

Salvini conquista Viterbo e lancia Arena sindaco

Elezioni 2018 - Quell'inno berlusconiano ("Dai Forza Italia che siamo tantissimi...") è decisamente fuori moda e d'altronde sono passati 25 anni da quando fu composto. Oggi "tira" ben altro: "Con Salvini si può fare" si canta sul palco allestito proprio davanti all'ingresso del Teatro dell'Unione,  traboccante di esponenti del centrodestra. A colpire però è soprattutto piazza Verdi, davvero colma. Almeno in duemila sfidano caldo e afa per osannare la star politica del momento: Matteo Salvini, neo ministro dell'Interno e leader indiscusso del centrodestra e dello stesso governo (non se ne abbia a male il professor Conte...)

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Quell’inno berlusconiano (“Dai Forza Italia che siamo tantissimi…”) è decisamente fuori moda e d’altronde sono passati 25 anni da quando fu composto (testo del Cavaliere in persona, musica del maestro Renato Serio). Oggi tira ben altro: “Con Salvini si può fare” si canta sul palco allestito proprio davanti all’ingresso del Teatro dell’Unione,  traboccante di esponenti del centrodestra (e non mancano i soliti imbucati). A colpire però è soprattutto piazza Verdi, davvero colma. Almeno in duemila sfidano caldo e afa per osannare la star politica del momento: Matteo Salvini, neo ministro dell’Interno e leader indiscusso del centrodestra e dello stesso governo (non se ne abbia a male il professor Conte…). Lui non tradisce le attese: abbigliamento casual (pantaloni azzurri e camicia bianca un po’ stropicciata), concetti semplici e parlantina sciolta. Perfetto esempio di comunicazione verbale: anche in questo caso, Berlusconi va definitivamente in soffitta.

L’occasione per il ritorno di Salvini a Viterbo (a proposito, sarà qui anche per la festa di S. Rosa, della quale è ormai un habituè) è il sostegno alla candidatura di Giovanni Arena (“Lunedì sarà lui il vostro sindaco”) che, nel breve saluto, è quasi costretto a tirar fuori il tema della sicurezza, che non è proprio un must di Forza Italia. E pure il senatore Umberto Fusco si limita al minimo sindacale per lasciare spazio al vero protagonista della giornata. Che non si fa pregare e sciorina tutti i temi della sua martellante campagna elettorale e, da 3 settimane a questa parte, della sua azione di ministro.

Immigrazione “Il Pd e la sinistra – attacca – hanno fatto diventare l’Italia un enorme campo profughi. Attualmente si contano 170mila clandestini e ognuno di loro ci costa 35 euro al giorno. Che finiscono nelle tasche di organizzazioni  che sostengono di fare opera umanitaria. Vedremo quando taglieremo un po’ questi fondi, se saranno ancora ugualmente generosi. Da quando sono ministro (21 giorni), i nostri porti sono chiusi: su questo non si piove. Che se li prendano altri, a cominciare da Macron. Dal quale non accetto lezioni di alcun genere, visto che lui schiera i soldati alla frontiera di Ventimiglia per impedire che qualche extracomunitario possa entrare in Francia”. Boato della folla. E poi l’ultimo episodio: “Sapete come è andata con quella nave di una Ong tedesca che batte bandiera olandese? La guardia costiera libica voleva riportare i gommoni indietro, ma loro lo hanno impedito e si sono presi a bordo 224 disgraziati, quando la capienza è di 50 persone. Beh, abbiamo chiesto al governo olandese e qualche ora fa hanno risposto che quella imbarcazione non risulta nei loro archivi. Quindi è una nave fantasma. Noi salveremo quelle persone e poi sequestreremo il mezzo e arresteremo i responsabili per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Che se li prenda qualcun altro: Francia, Spagna, Malta… Qui da noi non arriveranno, questo è sicuro”. E ancora: “Il concetto di poveracci è davvero molto strano visto che pagano 5mila euro per imbarcarsi sui gommoni… Questi giovanotti sono tutt’altro che disperati. Cercando di arrivare qui, fanno un danno all’Italia e alla stessa Africa che perde persone in grado di dare un contributo importante. Che se ne stiano a casa loro (e noi li aiuteremo in questo) e che lascino perdere l’Italia”.

Sicurezza Il tema è strettamente legato all’immigrazione. “Gli italiani hanno il diritto – scandisce Salvini – di vivere tranquillamente nelle loro case e di portare avanti le loro attività senza condizionamenti. Ecco perché è necessario intervenire sul concetto di legittima difesa che la sinistra ha depauperato fino a sostenere che, per difendersi, è necessario che sia buio. Stiamo scherzando? I cittadini devono avere la possibilità di far valere le loro ragioni di fronte a chi entra nella loro camera da letto o nei loro esercizi commerciali: sono costoro a dover avere qualche problema e non le vittime”. E i rom? “Ne ho conosciuti 4-5 che lavorano, ma gli altri 100mila che fanno? Come vivono? Forse sarebbe il caso di conoscerlo… Peraltro, quando ognuno di noi torna a casa apre la porta e poi la chiude. E se qualcuno vuole entrare si deve far riconoscere: non capisco perché tale banale e sacrosanto principio non debba valere anche per i nostri confini nazionali. Non c’è bisogno di essere geni per comprendere una faccenda del genere. Così come è sacrosanto sapere chi vuole stare a casa nostra. La sinistra mi accusa di essere fascista, razzista, populista, sovranista; mi denunciano anche. Bene, sappiano che più mi attaccano e più mi sento forte. Non ho bacchette magiche e sono un uomo normale come tutti voi: un Paese è alla frutta se ha bisogno di persone eccezionali per andare avanti”.

Sociale Non appena Matteo Salvini cita la legge Fornero arriva un’altra sonora bordata di applausi: “La smonteremo pezzo per pezzo – promette – perché è ingiusta e ha mandato in crisi milioni di famiglie. Dopo 40-41 anni di fabbrica o in generale di lavoro bisogna poter andare in pensione: è normale. Come è normale che il primo lavoro serio arrivi a 23-24 anni e non a 38 come accade adesso. E poi ci meravigliamo che non si facciano più figli? Un Paese dove non nascono bambini o ne nascono pochi, è semplicemente destinato a morire. Noi aiuteremo i papà e le mamme perché sono loro (non il governo o il sindaco) a volere il meglio per i loro ragazzi. Non ho detto a caso mamma e papà, ma non entro nelle camere da letto dove ognuno fa quello che vuole e con chi vuole, ma deve essere chiaro che la famiglia è questa e che le adozioni devono essere consentite solo in questi casi. Il resto è solo egoismo degli adulti”. Inevitabile un accenno personale: “Tutto quello che sto facendo è per i miei due figli, affinché possano crescere e restare in Italia senza essere costretti a fuggire per avere un futuro. Il nostro è un Paese bellissimo: se lo renderemo più sicuro, meno burocratizzato, con una giustizia più veloce e con una tassazione meno esosa, non capisco proprio perché i nostri pensionati debbano andarsene in Portogallo”. E tocca anche all’Europa: “Renzi (che è davvero simpatico e che secondo me ha un futuro da intrattenitore televisivo) sosteneva che andava a Bruxelles e batteva i pugni sul tavolo. Io penso che il tavolo non c’era… Noi non andremo ad elemosinare un pizzico di flessibilità in più, visto che dall’Europa riceviamo 5 miliardi meno di quanto versiamo. Quell’epoca è finita: adesso si va Bruxelles e si chiede con educazione, ma con altrettanta fermezza, quanto ci spetta. Con qualche no detto in poche settimane abbiamo più rispetto e considerazione dei 7 anni precedenti. Probabilmente siamo antipatici, ma meglio antipatici che fessi”.

Conclusioni Il leader della Lega lo ribadisce senza sotterfugi: “Non facciamo miracoli, ma passiamo dalle parole ai fatti. Il complimento più bello e che maggiormente mi inorgoglisce è quello che sento ripetere in questi giorni: ‘Salvini, grazie’. E’ questo che mi spinge ad andare avanti e a non mollare: se lo mettano bene in testa Saviano, Vauro, Renzi e la Boldrini. Ma quanto Maalox hanno dovuto ingerire dal 4 marzo…”. E si chiude con l’apoteosi di selfie e pacche sulle spalle. Salvini conquista Viterbo e promette: “Tornerò presto, consideratemi a vostra disposizione”. A proposito, Berlusconi non verrà più in città: vista l’aria che tira, forse non è affatto un male per Arena.

Foto Fisioterapy Center

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