Tentato stupro alla stazione P. Fiorentina. Vi racconto il potere di un cerchio

Tentato stupro alla stazione P. Fiorentina. Vi racconto il potere di un cerchio

Editoriali - Ci sono notizie che rompono l'attenzione e fanno paura. Ci sono notizie che riguardano ognuno di noi, perché su certi treni potremmo salire e a certe stazioni potremmo scendere insieme a persone sbagliate.

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prigioneLa notizia made in Tuscia più feroce del giorno ci racconta di una 42enne salvata da uno stupro alla stazione di Porta Fiorentina. La Polizia Ferroviaria è riuscita a intervenire prontamente, quando l’uomo aveva già strappato di dosso i pantaloni alla ragazza. Roba dura da digerire questa della violenza sulle donne.

La giornalista Stefania Moretti, su una delle testate locali, ha riportato una notizia nella notizia. L’uomo, una volta fermato, avrebbe detto agli uomini in divisa: “Tanto domani sono già libero”. Se dovessi immaginare l’inferno lo farei proprio così. Un concentrato di morte, tutta in un essere umano capace di tutto. Inutile scadere in una qualche filippica sull’assurdità di gente così. E’ roba difficile da definire come persone, ma forse questo genere di cose dovrebbero farci riflettere su come stroncare alla nascita tutto ciò. Su come debellare all’origine simili infezioni del pensiero e del comportamento. Come? Non credo esista una ricetta precisa. Però sono convinto di una cosa: queste partite le vinci con la cultura. Non certo con Kant o l’Amleto di Shakespeare, ma con quella cultura della consapevolezza di ciò che fai e del rispetto di te stesso che si traducono nel rispetto per gli altri e ciò che ci circonda. La brutta notizia che abbiamo messo in ballo ci serve per dire una cosa in cui crediamo e che vorremmo vedere crescere. Cosa? Il lavoro dei centri antiviolenza, dei centri per i ragazzi, dello sport, della musica. Ci piacerebbe dire convintamente anche della scuola, ma la scuola stessa dovrebbe trovare più coraggio e protagonismo per rimettersi al centro. Comunque anche della scuola.

Quando ho letto la notizia di questo tentato stupro e della frase imbecille e acida del criminale ho pensato subito a una scena, scena che ho avuto la fortuna di vivere. Qualche mese fa, piazza del Sacrario, One Billion Rising. L’associazione Erinna, dopo il corteo che ha attraversato il centro città, ha creato un cerchio di uomini. Rifugiati politici e cittadini italiani, c’era in pratica mezzo mondo rappresentato. Anche io e il mio collega Simone Carletti abbiamo avuto l’onore di essere del cerchio. Tutti insieme per leggere una preghiera dell’uomo, una preghiera con cui l’uomo ricorda e si ricorda la sacralità della donna. Ricorda e si ricorda cosa è una donna. Una donna è tua madre, tua sorella, tua moglie, tua figlia, tua nipote, una tua amica. Se tutti avessero cultura di questo e se lo fossero impresso sotto la pelle all’interno di un cerchio simile non esisterebbero più gli stupri. E’ un sogno possibile e forse possono tanto proprio le madri, le sorelle, le moglie, le figlie, le nipoti e le amiche. Per chiudere un pensiero va all’uomo arrestato: tanto domani non torni libero. Libero, tu, non lo sei mai stato.

Foto Fisioterapy Center

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