Trovata la vera sala del Conclave? Mistero a Palazzo Papale

Trovata la vera sala del Conclave? Mistero a Palazzo Papale

Storie - La vera stanza del Conclave potrebbe non essere quella che tutti immaginano. Giovanni Faperdue lancia una riflessione interessante e fornisce le foto di quello che potrebbe essere il vero luogo dell'importante fatto storico.

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Vera sala conclave esternoE se la sala “del Conclave” non fosse quella che oggi porta questo nome? Ce li vedete 19 cardinali a cercare lo Spirito Santo in uno spazio di quella enormità? Effettivamente, a pensarci bene, qualche dubbio può venire. Poi non c’è neppure un affresco, niente di niente. Spoglia come la cella di un monaco, roba che poco lega con la grandiosità di un posto che ha visto la storia del primo conclave. Giovanni Faperdue, giornalista attento e appassionato alla storia di Viterbo, ha scoperto qualcosa d’interessante: una sala nascosta, che potrebbe essere veramente quella che ha visto per anni i cardinali indecisi sul volto da dare al nuovo pontefice. Ci ha inviato delle foto fantastiche, su cui vale la pena soffermarsi e una riflessione attenta e stimolante.

 

 

 

 

Vera sala conclave 01

 

LA RIFLESSIONE DI GIOVANNI FAPERDUE

La storia della prima e unica fioritura del Comune di Viterbo, racconta come il Capitano del Popolo Raniero Gatti il Giovane nel 1271, dette ordine ai suoi uomini di scoperchiare il tetto della sala del Conclave, per convincere i cardinali riottosi a cessare il muro contro muro, “permettendo” allo Spirito Santo di penetrare in quel sacro luogo. Si dice ancora che i porporati, rimasti esposti alle intemperie, si ripararono in capanne improvvisate, costruite con le tende e i drappeggi delle finestre. Come a tutti noto, quello fu il più lungo conclave della storia della Chiesa e durò due anni e nove mesi.

Al termine di questo lungo periodo, fu eletto per sfinimento, l’Arcidiacono di Liegi Tedaldo Visconti di Piacenza, che prenderà il nome di Gregorio X. Questa in breve la storia della famosa elezione che coniò il neologismo conclave da “clausi cum clave”, perché i cardinali furono rinchiusi a forza nella sala dove si doveva eleggere il successore di Clemente IV. Adesso un nuovo tassello si aggiunge a quegli avvenimenti. Infatti, dopo una visita effettuata in una grande stanza, nobile perché affrescata, che si trova proprio nel sottotetto della sala Gualterio, probabilmente è stata scoperta la vera sala dove si riunivano i cardinali, che non sarebbe il salone del Conclave.

Per chi non conoscesse il Palazzo Papale, la sala Gualterio si trova proprio a ridosso del salone del Conclave, e vi si accede dalla porta che si trova nel suo lato estremo, verso l’episcopio. La stanza di cui trattiamo misura più di duecento metri quadrati e le sue dimensioni la rendono ideale per le riunioni dei cardinali che in quell’epoca erano in numero medio non alto. Infatti, nella prima elezione tenuta a Viterbo i porporati erano otto. Nella seconda elezione che conierà il termine conclave, erano diciannove. Poi nei tre conclavi successivi non supereranno questo numero. Quindi entravano comodamente nella stanza affrescata, che si trova nel sottotetto della Sala Gualterio.

La “scoperta” si deve al fatto che questa stanza ha urgente bisogno di riparazioni al tetto (forse gli uomini di Raniero Gatti il Giovane le rimisero al loro posto con poca attenzione?). Alla saletta del Conclave si può accedere passando per una sala interna dell’abitazione del vescovo, che permette di accedere e salire attraverso una scalinata stretta, fino alla saletta del Conclave. Adesso la nuova stanza del Conclave che è tutta affrescata, e quindi rivela una certa nobiltà di nascita e di frequentazione, è all’esame degli esperti della Soprintendenza, perché gli affreschi già in cattivo stato, rischiano di andare completamente perduti per l’infiltrazione di acqua e di umidità. Tali infiltrazioni di acqua sono già penetrati nella sottostante sala Gualterio, e nel suo controsoffitto, creando danni visibili ad occhio nudo. Per concludere è bello che i nostri monumenti ci comunichino frequentemente qualcosa di nuovo e di importante, per aiutarci a capire meglio la nostra gloriosa storia passata.

 

 

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