Rugby, Pepponi: “Spogliatoi fatiscenti, se non si fanno i lavori non possiamo avviare la stagione”

Rugby, Pepponi: “Spogliatoi fatiscenti, se non si fanno i lavori non possiamo avviare la stagione”

Homepage - Spogliatoi ridotti a rudere, impianto elettrico da rifare e attività a rischio: mentre per gli impianti per lo stadio Rocchi si è trovata la forza di accelerare i tempi, per l'impianto dell'Union Rugby è notte fonda da quasi tre anni

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Spogliatoi ridotti a rudere, impianto elettrico da rifare e attività a rischio: mentre per gli impianti per lo stadio Rocchi si è trovata la forza di accelerare i tempi, per l’impianto dell’Union Rugby è notte fonda da quasi tre anni. La notizia non è certo di quelle fresche e il fatto che il campo Sandro Quatrini abbia bisogno di una seria manutenzione straordinaria non è sicuramente una breaking news. La vicenda però torna di attualità nei giorni in cui si festeggia la promozione in Lega Pro della Viterbese calcio e si celebrano (giustamente) i lavori eseguiti in tempi record per permettere l’iscrizione dei gialloblu al campionato.

La vicenda però fa storcere il naso a chi questo trattamento straordinario non riesce a ottenerlo ed anzi non riesce nemmeno ad ottenere un trattamento ordinario. “Gli spogliatoi sono impraticabili – spiega il vicepresidente Alessandro Pepponi – abbiamo centinaia di ragazzi dall’under 6 alla prima squadra che frequentano il campo e la situazione è riprovevole”. L’attenzione dell’amministrazione comunale, proprietaria dell’impianto e responsabile per la mancanza dei lavori, arriva a fasi alterne. Circa un anno e mezzo fa il Comune aveva deliberato l’accensione di un mutuo per circa 90mila euro destinati proprio alla ristrutturazione degli spogliatoi. Soldi dei quali non si sa però quasi più nulla.

Dopo mesi, qualche giorno fa sarebbe stato scelto il direttore dei lavori, ma c’è ancora la gara da fare e i tempi stringono perché la prossima stagione sportiva, considerando l’estate in mezzo, è alle porte. “Ci hanno detto – aggiunge Pepponi – che i lavori dovrebbero iniziare a settembre. Noi iniziamo la stagione a ottobre, spero vivamente che facciano in tempo perché senza quei lavori non possiamo fare attività sportiva e dovremo lasciare centinaia di persone senza attività”.

Non è però solo una questione sociale, è anche una questione di immagine della città. Le varie formazioni, dagli under alla prima squadra che giocherà in serie B il prossimo anno, portano a Viterbo tante persone che vedono quello scempio. Insomma sicuramente non una bella mossa nemmeno dal punto di vista di marketing territoriale. “Far vedere una struttura fatiscente è uno smacco per la società e per la Città. Quando abbiamo i tornei di rugby fino all’under-14 movimentiamo centinaia di atleti con le rispettive famiglie”. Eppure, la Union Rugby non è l’ultima delle arrivate: è stata recentemente riconosciuta dal comitato del Rugby laziale come quarto centro di formazione della Regione. “Il primo dopo i tre di Roma – ancora Pepponi – e non possiamo proprio presentarci con gli spogliatoi che cadono a pezzi. È un danno di immagine”.

Il rischio però è anche agonistico, non solo sociale e di immagine. Alle porte c’è la partecipazione alla Serie B da parte della prima squadra. “Rischiamo di non avere le categorie inferiori e questo comporterebbe delle penalità in classifica. Certo quando andammo in A2 ci appoggiammo ad altre strutture, ma questo comunque potenzialmente potrebbe creare problemi importanti per la prima squadra”.

Dal comune però poche parole. Il sindaco Michelini ha la delega in mano da mesi, ma lo sport non è evidentemente una priorità, mentre recentemente si è speso Giacomo Barelli per rassicurare l’Union Rugby: “Almeno ci ha messo la faccia, anche se non era di sua competenza. Siamo però molto piccati perché ci sono altri sport – spiega Pepponi – che hanno avuto corsie preferenziali. Lo sport è sport, però quello che abbiamo noi come numeri e come riconoscimento nel proprio settore non ce l’hanno in tanti, siamo noi e pochi altri. Solo il baseball e l’atletica a Viterbo hanno una storia così e anche loro hanno grandi problemi”.

L’Union Rugby seppur abbandonata dal Comune, non ha fatto lo stesso con le istituzioni. Ha collaborato per attivare il credito sportivo, un modo per finanziare questo tipo di interventi senza pesare sul patto di stabilità. Ma per accedervi serve che il Comune ci si impegni. Nel frattempo il tracollo e così, tra intoppi tecnici, perdita di progetti e rilevazioni da rifare, i tempi si sono allungati e la struttura ormai è ridotta ad un disastro. “L’impianto elettrico è completamente andato, così come il tetto il cui isolamento è completamente da rifare. Poi ci sono gli aspetti strutturali delle mura. Insomma – conclude Pepponi – bisogna mettere le mani su tutto”. E bisogna fare presto.

 

 

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