Rossi (Viva Viterbo): “Marini e Michelini, dieci anni di nullità politica per Viterbo. Ora serve un’idea di città”

Rossi (Viva Viterbo): “Marini e Michelini, dieci anni di nullità politica per Viterbo. Ora serve un’idea di città”

Elezioni 2018 - Parla forte Filippo Rossi. Sul palco del Teatro Caffeina tira fuori quello che ha in corpo. Le parole migliori per tratteggiare l'evento dal titolo suggestivo: 'Rinascimento Viterbese'. Andato in onda questo venerdì sera, post cena.

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Parla forte Filippo Rossi. Sul palco del Teatro Caffeina tira fuori quello che ha in corpo. Le parole migliori per tratteggiare l’evento dal titolo suggestivo: ‘Rinascimento Viterbese’. Andato in onda questo venerdì sera, post cena.

Mena, va dritto. Trenta minuti d’intervento per srotolare un manifesto per Viterbo: “Una città più bella, più viva. Si può fare”. “Rendere Viterbo nuovamente capoluogo di provincia”, l’obiettivo. Parola dopo parola il padre di Caffeina e l’uovo da cui è nata Viva Viterbo costruisce la suggestione. Nessuna promessa su strade, buche, giochi nei parchi per i bambini. Strategia, la parola che ricorre più spesso. “Idea di città” è il mantra. L’asse intorno a cui la scimmia del suo pensiero rimane inchiodata. 

“Bisogna rendere attraente la città. Valorizzare le bellezze: San Martino, Villa Lante. Mettere i soldi nella bellezza. Un politico che dice non ci sono i soldi è un politico fallito. Che abdica a fare politica”. Uno stralcio del discorso.

“Noi abbiamo rotto con questa maggioranza in una seduta di bilancio all’una di notte perché volevamo potenziare la stagione teatrale del nostro concorrente: il Teatro Unione. Per noi assurdo mettere “4 euro” per la stagione teatrale”. Altro pezzo.

“Quando l’ho detto all’ormai ex sindaco Michelini – continua – lui mi ha risposto dicendo che la politica non serve a niente. Che in fondo la politica è essere amministratori di condominio. La politica non è questo. Ho provato a spiegare per 4 anni a Michelini che la politica è la scrittura di un romanzo collettivo. O fa questo o è niente. Per strada tutti dicono che il sindaco non è esistito. Il sindaco è quello che decide le strade di imboccare, che sceglie i bivi. La non decisione, il non fare nulla è la peggiore delle decisioni. Quando un sindaco non prende decisioni (ci metto dentro Michelini e Marini, gli ultimi 10 anni di nullità politica di questa città) è un disastro per la città”.

Rossi sottolinea più volte l’importanza di mettere al centro un’idea di città: “Qual è l’idea di città? Come è che Viterbo può rinascere dall’ombra? Quell’ombra che ci rende tutti paurosi, silenziosi, chiusi dentro casa. Questa è diventata Viterbo, per colpa non dei viterbesi, è colpa dei politici che hanno amministrato questa città. Se in questi cinque anni la città non si è mossa di un millimetro è colpa di Michelini, ha voluto fare il sindaco e non l’ha saputo fare. Se siamo ridotti così è colpa di Michelini, Marini, di Gabbianelli e così via”.

Rossi mette sul tavolo alcune parole chiave: “pulizia”, “sicurezza”, “bellezza”, “vitalità”. Con queste fa partire la campagna elettorale per le elezioni del 10 giugno. Tenterà in ogni modo di scardinare il forziere del consenso cittadino, correndo per arrivare al traguardo. Il giocatore è in campo. 

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