Rischiare la vita con lo scooter sulle strade di Viterbo, abbiamo provato l’esperienza per i lettori de La Fune

Rischiare la vita con lo scooter sulle strade di Viterbo, abbiamo provato l’esperienza per i lettori de La Fune

Homepage - Casco! Sicuro che uno basti? Te lo chiedi quando sai che dovrai girare la città di Viterbo in scooter. E' un venerdì pomeriggio di provincia. Cielo piombo, temperatura accettabile. Il pranzo ancora sullo stomaco. Ci sentiamo in missione. 

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Casco! Sicuro che uno basti? Te lo chiedi quando sai che dovrai girare la città di Viterbo in scooter. E’ un venerdì pomeriggio di provincia. Cielo piombo, temperatura accettabile. Il pranzo ancora sullo stomaco. Ci sentiamo in missione. 

Il tema strade disastrose tiene banco in città. Se ne parla ovunque: sulla piazza virtuale dei social, nei locali fighetti e nei peggiori bar di Caracas. Al mercato di San Faustino, da Nazzareno a Pianoscarano e pure sugli autobus Francigena. Anche il prefetto è intervenuto. E già in diversi ci hanno fermato per farci la domanda delle sette pistole: “Ma gli 800mila euro per i tamponamenti urgenti delle buche, annunciati da Ricci, dove sono finiti?”. Ricci, per i non addetti ai lavori, sarebbe l’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Viterbo.

Accendiamo e si parte. Attraversiamo praticamente tutti i quartieri. Il disastro è reale. Le buche le hanno tappate su alcune arterie principali: viale Francesco Baracca, viale Garbini, via Bruno Buozzi. Nelle strade minori non ci hanno poggiato gli occhi. Buche come crateri appena cerchi di girare verso i campetti da calcetto di Santa Barbara. Via Belluno sembra una strada di Mosul e per un attimo ci balena l’idea di fare un servizio sull’intera città e “spacciarlo” per un territorio martoriato. 

Buche a via Pasubio, tutte le strade dissestate portano a piazza Crispi. All’inizio di via Garbini un’Audi schiva una buca e per farlo rischia di buttarci fuori strada. Perché il pericolo delle strade disastrate non è solo nelle buche ma nel fatto che si rischiano incidenti con chi cerca, giustamente, di non finirci dentro. Fuori Valle Faul incrociamo un signore anziano che sta cercando di cambiare la ruota alla sua Seicento blu. Maledette buche!

Non c’è pace in nessun luogo. Attraversiamo altre zone e finiamo davanti all’Oriolo, quartiere Villanova. Se questa è una strada, verrebbe da parafrasare Primo Levi. Via del Pilastro è quella che ci emoziona di più. Non c’è un centimetro che sia uno di asfalto al suo posto. 

La lobby dei motorini dovrebbe andare su tutte le furie. Con queste strade si rischia di cappottare le vendite. Contenti invece gommisti e meccanici, moderatamente ottimisti i carrozzieri. Incazzati neri i cittadini. Nell’ultimo tratto di strada rischiamo di brutto: zona Fortezze. Soltanto una velocità di 20 chilometri orari ci permette di portare a casa la pelle e il mezzo intatto. Fate attenzione, molta. 

 

 

 

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