Rifiuti, Viterbo fatica a essere una città normale. Secchi pieni da giorni a San Pellegrino

Rifiuti, Viterbo fatica a essere una città normale. Secchi pieni da giorni a San Pellegrino

Cronaca - La raccolta dei rifiuti continua a generare problemi. L’introduzione dell’umido nella differenziata sembra aver mandato in tilt la situazione, almeno in alcune zone della città. Siamo stati contattati da diversi gestori di attività di ristoro della zona di San Pellegrino, che ci hanno guidato in un viaggio tra secchioni pieni e tante perplessità.

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Ieri il telefono ci è diventato rosso. Dovrebbe essere successo lo stesso a quello di Viterbo Ambiente, ma stando a ciò che ci raccontano i cittadini lì non hanno risposto. San Pellegrino è un quartiere pieno di secchioni d’indifferenziata pieni, di umido pieni, di sacchetti abbandonati a destra e a manca.

Così lo abbiamo trovato nel pomeriggio di ieri (intorno alle 18)e lo abbiamo fotografato, facendo un giro accompagnati da diversi gestori di attività. Hanno i secchioni stracolmi e non sanno dove buttare i rifiuti che andranno a produrre per la cena della sera.

“Da sabato è così”, ci raccontano. “Facciamo difficoltà a capire quello che sta accadendo – continuano -. Nessuno si confronta con noi, telefoniamo a Viterbo Ambiente e non ci rispondono. Stamattina ci siamo rivolti ai vigili urbani, che però hanno detto di non poter fare niente”.

Facciamo un giro su via Cardinal La Fontaine, poi San Pellegrino e le vie vicino alla chiesa di Santa Maria Nuova. Sono gli stessi gestori di locali che ci aprono i secchioni pieni. “Non sono passati da sabato – continuano a raccontarci – E anche se fossero passati i problemi ci sarebbero ugualmente. Mi dite voi come può un ristorante o una pizzeria avere la raccolta dell’indifferenziata solo il sabato? Ma si rendono conto questi signori di quale è la realtà?”. Ma il problema non è solo per le attività di ristoro. Si lamentano anche i residenti: “Raccoglieranno l’indifferenziata una sola volta a settimana. Ma stanno scherzando? E se uno ha dei figli che utilizzano i pannolini?”.

Le questioni ci sembrano interessanti. Le rigiriamo là dove si decide. Una domanda però ci frulla nella testa più di altre: prima di pianificare servizi di questo tipo esiste un confronto con il territorio? Esiste qualcuno che si occupa di quali possono essere le esigenze specifiche? Di prendere in considerazione le diverse problematiche? Girando per le vie di Viterbo la risposta sembra ovvia.

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