Revocata l’interdittiva antimafia per Viterbo Ambiente

Revocata l’interdittiva antimafia per Viterbo Ambiente

Homepage - “L'interdittiva – così il viceprefetto in commissione d'inchiesta – è stata recentemente revocata perché la compagine societaria dell'azienda è stata completamente rinnovata. Sterilizzando e bonificando il rischio di infiltrazioni mafiose”.

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Revocata l’interdittiva antimafia per Viterbo Ambiente. E’ quanto emerso dall’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta, presieduta dal deputato Alessandro Bratti del Partito Democratico, che si è tenuta lo scorso lunedì e a cui ha preso parte il viceprefetto di Viterbo Salvatore Grillo.

“L’interdittiva – così il viceprefetto in commissione d’inchiesta – è stata recentemente revocata perché la compagine societaria dell’azienda è stata completamente rinnovata. Sterilizzando e bonificando il rischio di infiltrazioni mafiose”.

La Viterbo Ambiente è la società titolare dell’appalto di raccolta dei rifiuti e igiene urbana del capoluogo della Tuscia e nel comune di Montefiascone.

L’interdittiva era stata decisa nel 2015 dal prefetto Rita Piermatti, che aveva riscontrato il rischio di “condizionamento mafioso” per la società. Quindici pagine dove compare diverse volte il nome di Salvatore Buzzi, coinvolto nel maxiprocesso di Mafia Capitale.

La prefettura viterbese aveva riscontrato che Viterbo Ambiente risultava costituita da un intreccio societario composto da Gesenu spa (51%), interessata a sua volta da un’interdittiva antimafia della prefettura di Perugia dell’ottobre 2015, e Cosp Tecno Service (49%), società umbra. L’interdittiva evidenziava collegamenti tra Cosp e Cns (Consorzio Nazionale Servizi Società Cooperativa) dove lo stesso Buzzi avrebbe ricoperto il ruolo di consigliere di sorveglianza.

L’interdittiva firmata dal prefetto Piermatti porta la data del 28 novembre 2015. Sospesa poi dal Tar un mese dopo e dichiarata nuovamente valida nel marzo 2016.

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