Quella “pazza” idea del Museo delle Macchine di Santa Rosa. C’è chi è al lavoro

Quella “pazza” idea del Museo delle Macchine di Santa Rosa. C’è chi è al lavoro

Cronaca - Si tratta di uno dei più grossi sogni che la città di Viterbo sta cullando ormai da anni. Diversi privati cittadini sono al lavoro per capire dove mettere le mani, ma sarebbe il caso che a mettersi alla regia fosse Palazzo dei Priori.

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sodalizioPorsi il problema è il primo passo verso l’individuazione di una soluzione. Uno dei temi che più bolle nel pentolone del capoluogo della Tuscia è quello del Museo delle Macchine di Santa Rosa. La principale tradizione viterbese, l’unico evento cittadino che è possibile definire di senso e senza il quale la città perderebbe un pezzo di se stessa, non ha infatti un luogo che le consenta di essere presente oltre la sera del tre settembre.

Il problema è al centro di un dibattito, anche se non mancano i detrattori. Sta di fatto che diverse forze sono al lavoro per trovare una strada da far percorrere alla “pazza” idea del Museo delle Macchina. Uno spazio dove ospitare, al di là delle strutture, tutto un mondo museale legato ai festeggiamenti settembrini. Mondo museale che esiste e che è polverizzato nelle collezioni private di tanti viterbesi.

Stiamo parlando di migliaia di pezzi tra antichi manifesti, cartoline, reliquie da contatto della Santa, ex voto, dipinti. A tutto questo va poi aggiunto tutto il collezionismo di pezzi delle vecchie Macchine. Specie di quelle antiche è rimasto ben poco, ma non è poi così irragionevole pensare che se ne possano trovare di diversi (specie le parti dove erano raffigurati i Santi o scene della vita della patrona) sparsi nelle case dei viterbesi e tramandati da generazioni.

Sta di fatto che tutto questo materiale andrebbe raccolto, specie quello delle collezioni più grandi. A tal proposito sarebbe opportuno che il Comune di Viterbo valutasse l’ipotesi di costituire un fondo da destinare a “fare magazzino”. Con cifre relativamente modeste infatti la città potrebbe rientrare in possesso di una parte importante della sua storia, custodita nei decenni dal maniacale lavoro dei collezionisti.

A questo “patrimonio di Santa Rosa”, in questo momento in mano ai privati, si dovrebbero poi aggiungere i modelli delle Macchine ancora recuperabili. Il tema è piuttosto controverso, perché parliamo di grandi dimensioni. Ma il problema potrebbe essere in parte risolto ricorrendo alle riproduzioni delle Macchine storiche cha da anni si stanno realizzando nel quartiere Pilastro.

Diversi viterbesi, con il pallino del Museo, stanno ragionando su come promuovere l’idea. C’è chi pensa a un’associazione. Resta il fatto che, al di là della buona volontà dei cittadini, sarebbe opportuno fosse il Comune ad avere la regia dell’operazione.

 

 

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