Pubblica illuminazione: “mancavano i certificati antimafia, ma dicevano che andava bene ugualmente”

Pubblica illuminazione: “mancavano i certificati antimafia, ma dicevano che andava bene ugualmente”

Politica - Luisa Ciambella ha riportato lo scambio con gli uffici durante l’assemblea degli iscritti del Partito Democratico.

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Il contratto per la pubblica illuminazione andrà all’Anticorruzione: “mancavano i certificati antimafia, ma mi hanno detto che andava bene ugualmente”. Luisa Ciambella ieri durante l’assemblea degli iscritti del Partito Democratico è tornata a spiegare quale sarà l’atteggiamento dell’amministrazione Michelini nei confronti dei tre grandi appalti che si trova a gestire. Quello della pubblica illuminazione, messo a bando dalla Giunta Marini per 19 anni e poi affidato alla Gemmo Smail e poi partito lo scorso anno, più quelli finiti sotto la lente di ingrandimento della Procura: mense e igiene urbana.

Ed è proprio sul contratto di pubblica illuminazione, quello su cui non pende alcuna inchiesta della magistratura, che Luisa Ciambella si è soffermata. “Mancava il certificato antimafia e quando l’ho chiesto – ha detto – dagli uffici mi hanno spiegato che se non fosse arrivato entro 20 giorni il dirigente avrebbe comunque potuto firmare il contratto. Mi hanno anche fatto capire – ha aggiunto – che se volevo fare il procuratore dovevo andare in Procura, non in Comune”.

Il contratto, secondo quanto raccontato dal vicesindaco di Viterbo Luisa Ciambella, aveva previsto 500 punti luce in meno rispetto a quelli dovuti. Insomma una situazione, anche per questo appalto, poco chiara. Almeno a quanto dice il vicesindaco. “Vedremo – ha concluso poi Luisa Ciambella – cosa dirà Cantone dell’Anticorruzione, al quale abbiamo mandato tutto”. Sicuramente meglio tardi che mai, ma il racconto di Luisa Ciambella non potrà non essere approfondito.

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