Prove plastiche di Terza Repubblica in salsa viterbese. Inaugurata la sede di Fondazione, Panunzi: “Qui perché prima di tutto viene il territorio”

Prove plastiche di Terza Repubblica in salsa viterbese. Inaugurata la sede di Fondazione, Panunzi: “Qui perché prima di tutto viene il territorio”

Elezioni 2018 - Dal voto del 4 marzo e tutto quello che ne è seguito ecco il primo fatto politico nuovo: l'inaugurazione della sede di FondAzione! Movimento politico in ballo ormai da diversi anni e che trova il suo centro nella figura di Gianmaria Santucci.

ADimensione Font+- Stampa

Dal voto del 4 marzo e tutto quello che ne è seguito ecco il primo fatto politico nuovo: l’inaugurazione della sede di FondAzione! Movimento politico in ballo ormai da diversi anni e che trova il suo centro nella figura di Gianmaria Santucci.

Ore 11,30 taglio del nastro. Sulle forbici le mani di Umberto Fusco, Francesco Battistoni, Mauro Rotelli e dello stesso Santucci. Insieme a loro Enrico Panunzi, unico punto di riferimento vero del Partito Democratico in terra di Tuscia grazie alla rielezione al Consiglio Regionale del Lazio. Entrano, grande presenza di persone. Codazzo, si schierano su una quinta scenica ben fatta. Da sinistra a destra (per chi guarda) in scena Umberto Fusco, ora senatore della Lega e uomo destinato ad avere un peso reale anche nel Viterbese; Francesco Battistoni, anche lui ora senatore e da tempo vicinissimo a una figura del calibro di Antonio Tajani; Enrico Panunzi, la figura su cui il Pd viterbese è chiamato a ricostruirsi e la sua centralità è resa ancora più forte dalla volontà di Zingaretti di proporsi come segretario nazionale dem; Gianmaria Santucci, conoscitore della politica e della macchina amministrativa e molto concentrato su Palazzo dei Priori dove si va al voto a breve; Mauro Rotelli, ora deputato eletto a rappresentare il territorio con una marea di voti che gli ha reso possibile doppiare lo sfidante Pd Giuseppe Fioroni.

Una rappresentazione plastica della Terza Repubblica, di cui tanto si sta parlando in questi giorni. Benvenuti nell’era postideologica, ora contano gli uomini. E gli uomini messi in fila nella casa di Fondazione sono gli unici in tutto il territorio provinciale che hanno una praticabilità politica. Gli unici che hanno in mano il potere di fare o non fare le cose.

La presenza di Panunzi è il fatto più interessante. La ragione, chiaramente da Terzo Repubblica, la dà Panunzi stesso: “Spero che questo diventi un luogo di confronto e proposta. La politica deve mettere al centro il territorio e bisogna guardare alla bontà delle idee e dei progetti senza dare troppa importanza a chi è il proponente”.

E’ la fragilità del momento, fragilità di tutti, a lasciare sullo sfondo i partiti e ad aprire una “caccia agli uomini”. Quelli con le idee, con il pragmatismo, quelli capaci di scavalcare steccati ideologici e ragionare sulle cose. Indipendentemente dalla provenienza. E Panunzi tra tutti questi uomini di centrodestra sembra starci bene, tranquillo. Convinto che alla fine conta fare le cose per le persone e il territorio.

Ed è un atteggiamento figlio del contesto di fragilità. A livello di Parlamento, ma anche alla Regione Lazio. Perché nel primo e nel secondo caso non c’è una maggioranza e va trovata sulle cose da fare, nel dialogo, nell’incontro anche tra storie diverse.

A ben guardare l’unica figura politica che ha ancora un valore sul territorio a mancare è quella di Pietro Nocchi. Assente, forse perché non invitato, il presidente della Provincia. Anche se sulla Provincia c’è da fare tutto un discorso a parte. E forse non è un caso se proprio di province si parlerà molto. Prima lo fa lo stesso Panunzi: “Il Parlamento è lontano, la Regione è lontana. Le province devono tornare a essere centrali, bisogna rendere possibile nuovamente alla gente di votare i propri rappresentanti in Provincia”.

L’aria da Terza Repubblica arriva anche dalle parole di Battistoni: “Vogliamo dimostrare di essere diversi dagli eletti di prima”. Convitata di pietra la discussione aperta nel centrodestra su chi dovrà essere il candidato sindaco di Viterbo. Battistoni però dice qualcosa: “Prima possibile mettiamoci a tavolino per indicare il sindaco che raccolga le istanze di centrodestra e dell’ambiente civico”. Fa eco Fusco: “Siamo alla vigilia delle comunali, pronto a incontrarci”. Poi apre una dialettica con Panunzi: “Mettiamo mano alla Sanità. I nostro ospedali sono messi male”.

Per Rotelli “questa è la risposta all’antipolitica. Un posto di produzione di idee, di contenuti. Questo fa la differenza. Siamo in un’epoca post ideologica dove occorre pensare ai progetti per la città. Mi piace lo stile di Santucci”. Santucci sta lavorando e il dialogo è aperto. Tutti gli invitati sono qui per visitare la sede e il giro è libero.

In sala anche Giovanni Arena, Dario Bacocco, Mario Lega, Elpidio Micci, Vittorio Galati, Sergio Insogna, Francesco Moltoni. La Terza Repubblica in salsa viterbese è servita, o almeno così appare.

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune