Pietro Nocchi, oggi presidente della Provincia ma tra pochi mesi possibile simbolo del Pd locale

Pietro Nocchi, oggi presidente della Provincia ma tra pochi mesi possibile simbolo del Pd locale

Editoriali - Quarantadue anni, sindaco neoeletto a Capranica e da ieri presidente della Provincia di Viterbo. Pietro Nocchi non è un volto noto della politica locale, non uno di quelli che sta sempre sul giornale eppure nel suo destino potrebbe esserci molto più di quello che oggi è visibile agli occhi.

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Quarantadue anni, sindaco neoeletto a Capranica e da ieri presidente della Provincia di Viterbo. Pietro Nocchi non è un volto noto della politica locale, non uno di quelli che sta sempre sul giornale eppure nel suo destino potrebbe esserci molto più di quello che oggi è visibile agli occhi.

La sua elezione è venuta fuori da un cilindro di situazioni. Essenzialmente dalla contrapposizione delle due anime del Pd locale: “fioroniani” e “panunziani”; che arroccate su candidati diversi hanno dovuto maturare una sintesi. Altrimenti il rischio, serio per loro, era di ritrovarsi un presidente di centrodestra a Palazzo Gentili. 

Nocchi è stato l’uomo che ha permesso la sintesi. Cinque anni di mandato davanti, organizzatore di Feste dell’Unità al paese ma cresciuto in ambienti cattolici. Un mix Pd perfetto, quello che il Partito Democratico non è mai riuscito a fare con le sue anime condensato e reso carne in una persona.

Ma vi invitiamo a guardare oltre. Tra sei/sette mesi il voto per il rinnovo della Regione Lazio e del Parlamento. Subito dopo Viterbo, il comune capoluogo della Tuscia chiamato alle urne. Per il Pd c’è tutto da perdere: la Regione, il Paese e il Comune capoluogo. Il vento che soffia è quello di una destra in rimonta e di un Movimento Cinque Stelle che tiene. Il rischio è che il Pd si trovi a fare il vaso di coccio questo giro.

Quelli bravi dicono che Zingaretti si ricandiderà e che alla fine lo sfidante sarà davvero quel Sergio Pirozzi di Amatrice che in molti danno per predestinato alla guida della Regione. A livello nazionale anche non sono prevedibili “rose e fiori” per i democrat. Al Comune di Viterbo, sempre quelli bravi dicono, la disfatta è certa.

In uno scenario di questo genere – gli uomini e le donne del Pd possono toccare ferro e tutto quello che vogliono – l’unico a rimanere dopo la tempesta, in tutta la provincia di Viterbo, sarebbe proprio Pietro Nocchi. Un Pd locale senza sindaco del comune capoluogo, senza forza in Regione, senza forza in Parlamento si troverebbe a guardare nel presidente della Provincia l’unico uomo al comando. E l’elezione di questo uomo di sintesi alla guida della Provincia potrebbe rivelarsi l’unico piccolo fuoco che il Pd locale potrebbe avere a disposizione per attraversare l’inverno e ripensare un futuro. 

Se gli dovesse capitare quello che è accaduto al centrodestra locale in questi anni sarebbe davvero dura per molti sopravvivere. E avere un po’ di caldo in Provincia, per quanto ridimensionata, politicamente potrebbe rivelarsi vitale. 

 

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