Piergiorgio Medori: “La politica può fare tutto, ma serve la volontà”

Piergiorgio Medori: “La politica può fare tutto, ma serve la volontà”

Homepage - Un'intervista a Piergiorgio Medori, per vedere che area tira tra i giovani politici del territorio. Un pugno di domande per capire se c'è stoffa in chi guiderà il territorio a breve. Iniziamo da lui ma andremo a fare domande ad altri promettenti politici locali. 

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Un’intervista a Piergiorgio Medori, per vedere che area tira tra i giovani politici del territorio. Un pugno di domande per capire se c’è stoffa in chi guiderà il territorio a breve. Iniziamo da lui ma andremo a fare domande ad altri promettenti politici locali. 

 

Descriviti in quattro righe …

“Folle sognatore con piedi ben ancorati a terra e libero pensatore. Sono uno di quei ragazzi
che ha la fortuna di avere un lavoro, dipendente di un primario istituto bancario, compagno di
Laura e papà del piccolo Niccolò. Oltre a questo, appassionato di politica (intesa come l’arte
che attiene alla città) e del nostro territorio. Sostenitore delle idee riformatrici e progressiste di
Matteo Renzi, dirigente Pd”.

C’è speranza in questa provincia?

“La speranza è ovunque, in ogni angolo, in ogni respiro, in ogni sguardo, a maggior ragione c’è
speranza nella nostra provincia. Dove risiede bellezza culturale, storica, paesaggistica, di
tradizioni agricole, enogastronomiche. A patto che chi è incaricato di trasformare la speranza in
realtà (la politica) metta in campo tutte le azioni necessarie affinché le bellezze della nostra
provincia vengano messe a sistema, valorizzate e sfruttate per il benessere di tutto il territorio.
Quindi c’è speranza e c’è soprattutto tanto da fare e visto che tantissime cose non sono state fatte, c’è ancora uno spazio enorme per impegnarci, interessarci e crescere. Dobbiamo caratterizzare le cose che si fanno e soprattutto attirare gli investimenti giusti. Civita di Bagnoregio con il sindaco Bigiotti ne sono l’esempio vivente e la dimostrazione di come la buona politica possa ridare speranza ma soprattutto creare economia”.

Cosa può fare la politica per i nostri comuni? Per il tuo?

“La politica può fare tutto, purtroppo e per fortuna, ma serve volontà, altruismo e tanto coraggio.
Abbiamo demandato così tanto alla politica che ogni azione che si compie quotidianamente riguarda un aspetto della politica. Purtroppo in questo momento la politica è legata quasi esclusivamente a logiche di potere e di spartizioni di posti che contano e che ci fanno perdere di vista il bene della collettività. E’ proprio per questa situazione che mi permetto di rivolgere un appello ai tanti giovani preparati e pieni di idee dicendo che questo è il momento di metterci la faccia e impegnarci per il nostro territorio e il nostro futuro”.

La tua generazione come è posizionata nel territorio? Che ruolo ha? Cosa dovrebbe fare?

“La mia generazione ha purtroppo ancora un ruolo molto marginale. Ci sono delle sporadiche eccellenze che però basano il successo sul proprio talento e non su un sistema di crescita che li coinvolga. La soluzione che vedo e che ribadisco è la creazione di una comunità, una comunità di giovani che, solo nell’interesse del territorio elabori e proponga una visione diversa del nostro territorio”.

Il tuo sogno per il Viterbese?

“Il mio sogno è quello di valorizzare la competenza, è il momento di innovare la politica. E’ arrivato veramente il momento. E questa volta tocca soltanto a noi: i giovani. Gli unici che possano rilanciare la partecipazione civica e politica necessaria per la realizzazione di un progetto di sviluppo territoriale. Con la forza di idee ed energie nuove. Con questo spirito dovremmo
pensare a un percorso per promuovere il rinnovamento politico, partendo dal protagonismo
generazionale. Dobbiamo riscrivere il futuro dei nostri territori. Diventiamo protagonisti. E’ il
nostro momento”.

La più grande paura per il tuo territorio? E il pericolo più grande?

“La mia paura più grande e di conseguenza il pericolo, oltre allo sconforto dei giovani e di un disimpegno sempre maggiore, è quella di non riuscire a sfruttare le enormi potenzialità del
nostro territorio. Ogni più piccolo paese della nostra provincia è ricco di storia, noi dovremmo
vivere soltanto di turismo ed enogastronomia, copiare da quei pochi chilometri che ci separano da
Umbria e Toscana, terre lontanissime come mentalità. Dobbiamo fare sistema, mettere a frutto le
tante persone che vengono nella Tuscia, dar loro la possibilità di girare con un filo logico tutte le
nostre zone e creare le condizioni affinché non resti un turismo mordi e fuggi. A proposito di
turismo vorrei fare un grande in bocca al lupo a Lorenza Bonaccorsi, nominata assessore regionale
al Turismo, con la certezza che la sua disponibilità e competenza potranno essere di grande aiuto
per il nostro territorio”.

Esiste, secondo te, una questione generazionale?

“E’ evidente che esiste una questione generazionale, anzi, più che questione, la chiamerei scontro generazionale perché credo che niente o quasi accomuna l’idea di politica che hanno i vecchi dirigenti con quella dei giovani. Le due visioni dovrebbero contaminarsi per uscirne entrambe arricchite invece c’è una guerra su fronti opposti. E’ uno scontro che nasce da una non volontà di scontro, perché le generazioni non vogliono scontrarsi le une con le altre, non siamo nel ’68 dove davvero c’erano i temi per potersi scontrare. Qui lo scontro è di mentalità. C’è  stata un’accelerazione del tempo negli ultimi 7/8 anni, dall’ingresso di queste tecnologie, che sono
state subito immagazzinate dalla nostra generazione a differenza delle generazioni che fino ad
adesso ne hanno fatto a meno, creando così anche un divario di prospettive, di capacità di analisi della realtà che si paga nel quotidiano e soprattutto le vecchie generazioni non hanno
ben compreso quanto si possa investire su quelle che sono le nuove attività, le nuove possibilità. Internet e il web ne sono la riprova”.

Saluta i nostri lettori

“Oltre a inviare un grande saluto ai lettori di Decarta – La Fune e al direttore, faccio una proposta che spero il giornale possa cogliere. Sulla scia di queste interviste, La Fune potrebbe farsi promotrice di due giornate all’anno con tavoli di lavoro dove sono previsti solo giovani. Giovani imprenditori, commercianti, politici, amministratori, scambiare opinioni, visioni e perché no, elaborare un piano di sviluppo per il nostro meraviglioso territorio, il “Sistema Tuscia””.

Foto Fisioterapy Center

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