Passare dall’emergenza all’accoglienza diffusa si può: il Convegno Arci Solidarietà

Passare dall’emergenza all’accoglienza diffusa si può: il Convegno Arci Solidarietà

Homepage - A Viterbo sono 1,6 ogni mille abitanti contro i 2,1 in media nell’intero paese. Il 2016 è l’anno della vergogna con il pessimo accordo Ue con la Turchia e della sua possibile replica nei paesi africani attraverso il Migration compact proposto dal Governo italiano.

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Passare dall’emergenza all’accoglienza diffusa si può. Arci Solidarietà Viterbo onlus questa mattina è stata protagonista del convegno tenuto presso la Sala Coronas della Prefettura di Viterbo che ha fatto luce sul tema dei rifugiati e richiedenti asilo nel territorio provinciale, mantenendo uno sguardo globale. All’iniziativa hanno partecipato il Prefetto di Viterbo Rita Piermatti, il vice presidente nazionale dell’Arci Filippo Miraglia, il Responsabile dell’Area Welfare e Immigrazione dell’Anci Luca Pacini e Roberto Giordano della segreteria della Cgil Roma e Lazio. Oltre a loro anche Alessandra Capo direttore di Arci Solidarietà Viterbo Onlus.

Arci Solidarietà Onlus è così tornata a porre l’accento sulle buone prassi dell’accoglienza a pochi giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato. “Più che del rifugiato è stata la giornata della vergogna” ha commentato Alessandra Capo parlando di un momento particolarmente negativo sul fronte dell’accoglienza. Il 2016 è infatti l’anno del pessimo accordo Ue con la Turchia e della sua possibile replica nei paesi africani attraverso il Migration compact proposto dal Governo italiano.

Filippo Miraglia dopo aver elogiato il lavoro svolto a Viterbo da Arci Solidarietà ha snocciolato numeri legati all’accoglienza. “Sono 60 milioni le persone costrette a fuggire dalle loro case e dai loro paesi. Facendo un calcolo dovrebbero essere 500mila i rifugiati in Italia e invece sono solo 130mila. A Viterbo sono 1,6 ogni mille abitanti contro i 2,1 in media nell’intero paese”.

Insomma, l’emergenza non esiste. “Lanciamo la proposta della accoglienza diffusa – ha detto il Prefetto Rita Piermatti – ma con i comuni non è facile. Eppure basterebbe applicare la formula 5 per 60. Ovvero cinque rifugiati o richiedenti asilo per ogni comune della Tuscia”. Basterebbe questo per evitare assembramenti in alberghi o agriturismi, per evitare tensioni sociali e per garantire una accoglienza efficace ed efficiente.

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