Ortolando si impara: a scuola di orto con bambini e rifugiati

Ortolando si impara: a scuola di orto con bambini e rifugiati

Homepage - Quest'anno il progetto ha coinvolto la Scuola Primaria "Alceste Grandori" e la Scuola Materna della zona Pilastro, mentre l'anno passato la collaborazione ha riguardato la Scuola dell'infanzia San Sisto e l'Istituto Fantappiè.

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Ortolando si impara: il progetto nato nel 2017 ad opera di Arci Solidarietà Viterbo Onlus e Aucs Onlus, prevede collaborazioni con diverse scuole dell’infanzia della città di Viterbo.

“L’idea di base che muove il progetto – spiega AUCS – è creare gruppi di lavoro integrato per la gestione degli spazi verdi e degli orti didattici già presenti in alcune scuole. I soggetti coinvolti, oltre ad essere i bambini e le insegnanti, sono gli operatori delle strutture e i volontari del Servizio Civile e i beneficiari dei progetti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati”.

Quest’anno il progetto ha coinvolto la Scuola Primaria “Alceste Grandori” e la Scuola Materna della zona Pilastro, mentre l’anno passato la collaborazione ha riguardato la Scuola dell’infanzia San Sisto e l’Istituto Fantappiè.

“Lo scopo del progetto – ancora gli organizzatori – è educare i bambini al lavoro cooperativo in un’area comune e al rispetto dell’ambiente, stimolando la loro creatività e sete di conoscenza; i principi a cui si ispirano gli operatori sono la promozione della Pace e dell’Accoglienza. Creare ambiti di apprendimento interculturale si è dimostrata la scelta più adatta: i bambini hanno la possibilità di conoscere la cultura e le tradizioni delle terre a noi più lontane grazie ai racconti dei beneficiari dei progetti di accoglienza e gli stessi beneficiari, a loro volta, hanno modo di acquisire conoscenze sulla cultura ambientale ed agricola italiana”.

Un esempio pratico delle attività che vengono svolte nell’ambito del progetto?

Nella Scuola primaria Grandori, il progetto prevede la gestione assieme ai bambini di un orto sinergico, ovvero di un orto che non richiede lavorazione della terra, né sostanze estranee di tipo chimico, ma solo biodiversità. I bambini hanno così appreso in classe cosa fosse un orto sinergico e poi attraverso una lezione sul campo hanno potuto verificare, assieme agli operatori e ai beneficiari, il grado di fertilità del suolo. Uno dei passi successivi è stata la semina in vaschetta di vari ortaggi da destinare poi alla coltivazione dell’orto sinergico.

Tra le tante attività, i bambini hanno potuto mettere alla prova le loro conoscenze botaniche ed ecologiche attraverso dei giochi; dando loro delle mappe dell’orto sinergico, gli è stato chiesto di individuare quali tipologie di piante fossero già presenti, quali mancavano e quali loro avrebbero voluto piantare.

Tra i beneficiari dei progetti di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo che partecipano al progetto, ci sono Arthur e Karim, uno proveniente dal Ghana e l’altro dalla Costa D’Avorio. Loro, oltre ad occuparsi della manutenzione degli orti, muniti di fotografie personali hanno raccontato ai bambini delle colture presenti nei loro paesi, svelando particolari che difficilmente i mezzi d’informazione ci raccontano.

“Lo scambio di racconti, di conoscenze e di sensazioni positive tra i bambini e i beneficiari – concludono – è parte integrante del progetto; l’accoglienza e la nonviolenza sono principi basilari per uno stile di vita sostenibile.

Foto Fisioterapy Center

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