Onda leghista, il Carroccio viterbese pronto a mettere a frutto su Viterbo il proprio peso

Onda leghista, il Carroccio viterbese pronto a mettere a frutto su Viterbo il proprio peso

Elezioni 2018 - Nel 2013, un'era politica fa, Umberto Fusco portò a casa con la sua Civica per Viterbo circa 500 voti. Essenzialmente tutti suoi. Era il laboratorio politico di una Lega pronta a mutare pelle e diventare da forza di area Nord a partito al servizio del Paese.

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Nel 2013, un’era politica fa, Umberto Fusco portò a casa con la sua Civica per Viterbo circa 500 voti. Essenzialmente tutti suoi. Era il laboratorio politico di una Lega pronta a mutare pelle e diventare da forza di area Nord a partito al servizio del Paese.

Quanto tira questa Lega nel capoluogo della Tuscia? E’ una delle domande centrali del voto per le prossime comunali. Il rompicapo con cui in tanti, tra quelli che disegnano i giochi, stanno facendo i conti. I numeri a disposizione sono quelli dello scorso marzo. Vediamo cosa ha detto il voto di Viterbo città per la Camera: Lega primo partito della coalizione con 7029 voti (19,31%), Forza Italia a seguire con 4666 voti (12,82%) e Fratelli d’Italia con 3413 voti pari al 9,38%.

Le votazioni comunali sono una partita diversa, su questo non c’è dubbio, ma è pur vero che sempre dello stesso bacino elettorale parliamo e dentro un’onda emotiva simile. Come andarono le cose nel centrodestra con le elezioni comunali 2013? La risposta dice che il Pdl, pace all’anima sua, portò a casa 5560 voti e Fratelli d’Italia 2701. Fusco, come detto, si fermò a 500.

Oggi Fusco è sicuramente la figura più interessante del centrodestra locale. Vicinissimo a Matteo Salvini, leader della coalizione. E questo dato, può piacere o meno, è un attrattore per i voti. Chi mastica politica sa bene che “il potere” chiama consenso e oggi Fusco è percepito come la persona del territorio più vicina al potere vero. Ecco perché diventa ragionevole pensare a un’onda leghista a questo giro di boa sulla città di Viterbo.

Anche perché Salvini sfonda, piace all’elettorato. E Fusco ha dimostrato di poterlo invitare a Viterbo e incassare un sì da quello che chiama “il capitano” in qualsiasi momento. Uno o due incontri in città con Salvini potrebbero ragionevolmente incidere fortemente sull’elettorato, anche quello di opinione. Effetto che gli altri leader del centrodestra difficilmente riuscirebbero ad attivare fuori dalla cerchia dei già appartenenti.

Ecco perché la Lega a livello locale sta facendo la voce grossa. Perché ha in mano le chiavi della partita, salvo smentite. E l’unica forza che può fare la differenza. Nei giorni scorsi voci e controvoci, in determinati ambienti della città, gran parte strumentali, puntavano a sminuire l’impatto leghista sul voto del 10 giugno. Si attendeva la prova della lista e alla fine Fusco, anche in questo caso, ha dato prova di saper leggere la situazione ed è stato pronto a presentarla. Di fatto oggi la Lega è l’unica forza del centrodestra ad aver scoperto le carte. E, in caso di corsa in solitario, Fusco ha dichiarato l’esistenza già di una seconda lista di appoggio al candidato sindaco.

Ma torniamo alla lista leghista. Chi pensava di trovare il nulla cosmico si è trovato davanti nomi significativi. Uno su tutti Luca Marcoccia. Da qui la ragionevole non paura della Lega a Viterbo a correre da sola. E’ il partito del centrodestra che più facilmente può raccontarsi, quello con il leader locale più vicino al numero uno del centrodestra nazionale, che può spanciare nel voto d’opinione. L’unità della coalizione è interesse di tutti, ma la Lega forse è la realtà che più ha da raccontare del centrodestra in questa campagna elettorale. Anche ballando da sola.

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