Oltre alla Pietà a Londra anche il Cristo “Portacroce” di Bassano Romano

Oltre alla Pietà a Londra anche il Cristo “Portacroce” di Bassano Romano

Homepage - Un altro capolavoro della Tuscia pronto per prendere il volo destinazione Londra. La meta precisa è quella Trafalgar Square su cui affaccia la National Gallery. Qui, come noto, dal 15 marzo al 25 giugno è stata organizzata la mostra 'Michelangelo&Sebastiano. Un incontro di idee'.

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Un altro capolavoro della Tuscia pronto per prendere il volo destinazione Londra. La meta precisa è quella Trafalgar Square su cui affaccia la National Gallery. Qui, come noto, dal 15 marzo al 25 giugno è stata organizzata la mostra ‘Michelangelo&Sebastiano. Un incontro di idee’.

E’ la stessa che ospiterà La Pietà di Sebastiano Del Piombo, di cui in questi giorni si è fatto un gran parlare. Ma non tutti sanno che dal Viterbese è appunto in partenza un altro capolavoro, attribuito questa volta a Michelangelo. Si tratta del Cristo “Portacroce” o “Giustiniani”, dal nome dell’acquirente, conservato all’interno del Monastero di San Vincenzo di Bassano Romano.

Una statua in marmo bianco alta circa due metri e mezzo e custodita nel sud della Tuscia. Statua monumentale rappresentante il Cristo risorto, per lungo tempo attribuita a un anonimo, per quanto bravo, scultore seicentesco, il quale si sarebbe ispirato al Cristo portacroce, analoga opera di Michelangelo, che si conserva nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva, a Roma.

Grazie all’indagine archivistica di atti notarili, lettere e inventari, compulsati nel corso di allestimento della mostra sulla galleria Giustiniani tenutasi a Roma nel palazzo omonimo nel 2001, è balzata all’attenzione mondiale una sorprendente verità: è opera del giovane Michelangelo, scolpita durante il soggiorno romano del grande maestro negli anni 1514-16, precedente di alcuni anni quella della Minerva.

Il geniale scultore la lasciò incompiuta a motivo di una vena nera o pelo nero, riscontrata nel marmo sulla guancia sinistra del Redentore, per cui decise di smettere, a opera ormai quasi ultimata. Ne fece dono, senza compenso alcuno, all’amico committente Metello Vari, il quale, in segno di stima e gratitudine, gli mandò un puledro. Nel 1607 è sul mercato antiquario il pezzo non poteva sfuggire all’attenzione del grande mecenate e intenditore d’arte, il marchese Vincenzo Giustiniani, che l’acquistò, arricchendo la sua già cospicua galleria di statue antiche e successivamente destinandola al mausoleum di famiglia a Bassano Romano.

bassano romano interno

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