Nuovo sito del Comune, Cinque Stelle: “Non doveva costare più di 3mila euro”. Leggi l’analisi, punto per punto, delle criticità

Nuovo sito del Comune, Cinque Stelle: “Non doveva costare più di 3mila euro”. Leggi l’analisi, punto per punto, delle criticità

Homepage - I Cinque Stelle hanno studiato il nuovo "portale" e ne hanno messo in evidenza le pecche. Eccole riportate punto per punto, con tanto di conclusioni finali. Consigliamo di leggere con attenzione.

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“Paghereste due (o tre) volte l’istruttoria di un mutuo?  Paghereste, per quel mutuo, un tasso di interesse 10 volte superiore alla media delle altre offerte? Ma, soprattutto, vi vantereste poi con gli amici dell’ottimo affare?”. Sono le domande che il Movimento Cinque Stelle pone a proposito del nuovo sito del Comune di Viterbo.

La risposta che danno i pentastellati è piuttosto articolata e si sviluppa così: “Questo è quello che hanno fatto e stanno facendo gli amministratori della nostra città, come stiamo per spiegarvi in questo approfondimento riguardante l’ormai rinominato “portale del nulla”, il nuovo sito del Comune di Viterbo (o portale, come è stato orgogliosamente ribattezzato dalla seconda carica politica locale) costato circa 40mila euro fra progettazione e realizzazione, oltre a altri 7mila per manutenzione, e sul quale si trovavano foto di altre città spacciate per la nostra.

In fondo, in questi giorni si sta affrontando il bilancio e non ci pare sbagliato riflettere sul modo in cui i soldi sono stati già spesi”.

Così hanno studiato il nuovo “portale” e ne hanno messo in evidenza le pecche. Eccole riportate punto per punto, con tanto di conclusioni finali. Consigliamo di leggere con attenzione.

Criticità uno

Pagina di login amministrativo non nascosta
Proviamo per esempio a inserire questo indirizzo: http://comune.viterbo.it/viterbo/administrator/?server=1.

Sapete cos’è quella pagina che compare?
L’accesso come amministratori del sito, disponibile a tutti.

Certo, ora dovreste conoscere la password per entrare e “far danni”, ma non è, ve lo assicuriamo, una buona abitudine lasciare disponibile quel login. Chiunque conosca l’abc del mestiere di webmaster non lascerebbe quella pagina raggiungibile.

Una dimenticanza forse? Di certo non denota la professionalità che ci si aspetta di trovare in un’azienda che fornisce servizi alla pubblica amministrazione.

Criticità due

Grazie a questa pagina ci accorgiamo di un’altra particolarità: il software utilizzato per creare il sito, cioè Joomla.  Si tratta di un prodotto open source e gratuito, il che in sé “ci piace” (siamo stati noi a presentare una mozione volta all’utilizzo dell’open source nell’amministrazione comunale) ma che ancora una volta ci fa capire, in considerazione del risultato ottenuto, quanto poco sia costato alla ditta costruire questo prodotto, utilizzando un software gratuito, a fronte del larghissimo introito.

Criticità tre

Sito o portale?  Parliamo anche, visto che ci siamo, della distinzione fra sito e portale, decantata recentemente dal vicesindaco a difesa del mirabile risultato ottenuto.
Sapete cosa è un “portale”?  Secondo l’iniziativa chiamata Open Directory Project un sito che intenda essere considerato portale deve contenere i seguenti meccanismi:  Motore di ricerca/directory, Groupware e collaborazione, Gestione della conoscenza, Gestione del contenuto,  Gestione del flusso di lavoro (o più comunemente workflow),  Facilitazioni multicanale,  Firma personale, Business intelligence e integrazione delle applicazioni
Integrazione con la gestione dell’identità,  Funzionalità infrastrutturali.
Voi trovate queste funzionalità nel nostro “portale”?
Noi no… siamo sicuri si tratti quindi che si possa parlare con tanto orgoglio di un portale, giustificando per questo l’esorbitante spesa?

Criticità quattro

Parliamo ora dei costi… quanto è costato davvero il nuovo sito?  Sedetevi e fate un profondo respiro. Il Comune paga la propria presenza in rete in quattro modi diversi.
Una prima volta perché sta continuando a pagare la manutenzione per il “vecchio” sito alla società Idea Futura, come da determina allegata, per ben 5800 euro (affidamento diretto). Una seconda volta perché ha pagato 9600 euro più Iva per la la progettazione alla società Atran s.r.l., fondo Plus. Una terza volta elargendo 20-25.000 euro dati alla ditta realizzatrice “affogato” in 300mila euro per infomobilità, ma indirettamente confermato dal vicesindaco) fondo Plus, alla società Italdata. Una quarta volta per “manutenzione” del nuovo sito, addirittura 7mila euro per il 2016, sempre a Italdata, affidamento diretto.
Riflettiamo, alla luce di quanto appena scoperto, sia sul fatto che nel 2016 pagheremo due volte la manutenzione a due ditte diverse sia sulla parola “manutenzione”, il cui significato non è particolarmente chiaro e il cui costo, neanche a dirlo, appare comunque spropositato (specialmente se pagato due volte).

Criticità cinque

Controlli sulla correttezza del sito. Prima di concludere, evidenziamo un’altra particolarità che poco prima dell’uscita di questo articolo è stata risolta.  Avete presente quelle piccole scritte che si vedono in basso a destra nella home page?  Dove ci sono tre loghi con scritto W3C (sta per World Wide Web Consortium)?  Sapete cosa sono?  Test di verifica per controllare che le pagine web che state vedendo siano state scritte secondo le regole corrette dei linguaggi utilizzati per realizzarle.  Come vedete ce ne sono tre, per tre test diversi. Fino a un paio di giorni fa (ora non più) cliccando il primo (controlla l’html) si ottenevano errori.  Cosa significa?  Semplicemente che, come detto, al momento del lancio le pagine contenevano imprecisioni tecniche (un po’ come se si scrivesse un articolo non seguendo le regole della grammatica italiana).

Conclusioni

Complimenti quindi a chi, per “soli” 20/25mila ha ottenuto tale ottimo risultato e, soprattutto, a chi non ha neanche avuto l’idea di fare un semplice click prima di “staccare l’assegno”.  Ma proseguiamo il ragionamento con una seconda considerazione: mettere il link nella propria pagina ad un test che dà poi esito negativo è un po’ come voler fare il sommelier in un ristorante con un cartello al collo che recita “sono astemio”.  Perché farlo?
Le risposte possibili ci sembrano due: o si è fondamentalmente masochisti o non si è neanche controllato il risultato del test.  In entrambi i casi, siamo messi male.

Non vogliamo annoiarvi con altri tecnicismi, ma vi invitiamo a fare un semplice esperimento: se avete un conoscente che di mestiere (o anche per hobby) realizza siti, provate a chiedergli quanto si sarebbe fatto pagare per creare questo prodotto.  Probabilmente non dirà una cifra superiore a 3mila euro.

Chiedetegli, già che ci siete, quanto si farebbe pagare la “manutenzione” e godetevi la risposta.
La scarsa bellezza del design, l’utilizzo di template semplici e già disponibili, la pochezza dei contenuti ma soprattutto il “riutilizzo” dei vecchi (come riverniciare una casa e pretendere di averla cambiata) sono elementi oggettivi che rendono evidente, a nostro avviso, l’utilizzo inadeguato di soldi pubblici.

Se circa 40mila euro (progettazione e realizzazione) sono stati spesi con tanta leggerezza, senza verifiche e rivendicandone addirittura il corretto uso, quante altre centinaia di migliaia di euro sono state sperperate in altre settori?

Chi amministra dovrebbe dimostrare competenza, professionalità e soprattutto consapevolezza dei problemi della città (e relative soluzioni).  Pagare un servizio anche 10 volte il ragionevole costo, vantandosene addirittura senza curarsi del risultato ottenuto, dovrebbe far comprendere una volta per tutte ai cittadini che i mille problemi della città probabilmente non sono dovuti alla malafede di chi ci amministra ma piuttosto alla grande superficialità serietà con cui si ricopre il ruolo per cui si è stati eletti.

Foto Fisioterapy Center

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