Non fatevi scippare la città termale!

Non fatevi scippare la città termale!

Editoriali - Il Comune riuscirà a determinare le condizioni per la nascita della città termale?

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acque curativeE’ un Risiko terribile, di quelle partite complicate dove ti capita una missione difficile. La carta che è toccata ai viterbesi è di agire sul campo da gioco per rendere possibile la città termale. L’interesse delle altre forze in campo dovrebbe essere chiaro: per gli imprenditori il proprio personale profitto, per il Comune di Viterbo garantire le condizioni di sviluppo del comparto termale e generare attraverso più stabilimenti e relativo indotto posti di lavoro. Posti di lavoro che di questi tempi significano possibilità di vita per nuove famiglie che ancora devono essere formate, possibilità di sopravvivenza per quelle esistenti ma rimaste senza stipendi, e in generale tutto questo significa pace sociale.

La domanda è saranno il bene pubblico, la vita della gente e la pace sociale del territorio più importante degli interessi, legittimi, di pochi attori? A rispondere è chiamato il Comune di Viterbo. Negli ultimi decenni che tipo di risposta hanno dato gli inquilini di Palazzo dei Priori? Lasciamo ai lettori, in base alla propria intelligenza e consapevolezza, la valutazione.

Interessiamoci dell’oggi e del domani. Interessiamoci della partita per la città termale. La realtà dei fatti insegna che c’è città termale se c’è pluralità di stabilimenti. I monopoli non fanno le città termali, a meno che non ci sia qualche scienziato capace di dimostrarci il contrario. In tal caso siamo disposti a ospitare la sua scienza su questo nostro/vostro giornale. Quindi Palazzo dei Priori deve lavorare per rendere possibile il pluralismo, la nascita di tante realtà. Deve essere capace di attrarre e favorire imprenditori del comparto, per mettere a frutto al meglio l’acqua che Viterbo ha la fortuna (finora goduta da pochi) di avere.

Snodo centrale di questa storia il complesso delle ex Terme Inps. Siano dannati, e dovrebbero esserlo nella memoria cittadina, i politici e amministratori vari che hanno permesso la chiusura della struttura e il suo disfacimento. Loro la colpa della mancata nascita della città termale, di una certa disoccupazione che riguarda tante famiglie e loro la colpa di un sottosviluppo che deriva anche dalla mancata capacità di mettere a frutto quello che abbiamo.

Ora i nuovi inquilini, arrivati alla presa del Palazzo nel nome della discontinuità e del cambiamento, sono sotto i riflettori. Cosa faranno delle ex Terme Inps? Vogliono riaprirle, questo è detto. Vogliono attirare investitori. Per farlo però devono risolvere il problema dell’acqua termale a disposizione del complesso. Devono fare una politica di frazionamento della risorsa in più soggetti, perché la risorsa è limitata e non è possibile, sempre che si voglia far nascere la città termale, concentrare nelle mani di un solo imprenditore più di 10/15 litri al secondo. Visto che l’intero bacino ne mette a disposizione un centinaio (litri al secondo) scarsi.

Sapranno vincere questa sfida? Imiteranno quanto è già stato fatto, di male, nel passato? Rimandiamo al loro libero arbitrio la scelta della strada da percorrere. L’augurio è che nella città di Viterbo vengano stabilite dalla politica condizioni capaci di rendere possibile la nascita di tanti bei centri come Terme dei Papi. Una vera e propria eccellenza che non può essere lasciata sola. Se mancasse la fantasia su come procedere si consiglia di prendere esempio da chi una città termale lo è già. C’è anche l’Ancot (Associazione Nazionale dei Comuni Termali) da cui poter ricevere informazioni e consigli. A proposito di Ancot, il Comune di Viterbo frequenta le loro riunioni? 

 

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