Ricordarsi di sbrigarsi è una necessità perché la città è sempre più lontana

Ricordarsi di sbrigarsi è una necessità perché la città è sempre più lontana

Editoriali - Lì fuori c'è una città che vive, che sopravvive e che non aspetta nemmeno più. Che è stanca e sfiduciata. Guardare fuori dalla finestra allora è necessario per tornare a ricordarsi di doversi sbrigare a risolvere queste faccende politiche e ricominciare a occuparsi dello sviluppo della città.

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La maggioranza oggi ha fatto l’ennesima figuraccia non riuscendo a eleggere il presidente del Consiglio e continuando a giocare a Risiko all’interno del palazzo (leggi la notizia). Ma il punto non è questo, perché la politica è così. Ci sono vecchi e nuovi equilibri da far quadrare. Ma non è un dramma questo, di per sé.

Il dramma, semmai, è che si faccia solo questo, o quasi. Equilibrare e squilibrare. Squilibrare ed equilibrare. Tutto ciò nel totale disinteresse della città, dei cittadini che sono sempre più lontani da un mondo che non li rappresenta, che li sfiducia e che li rende sterili e spassionati. La politica con la “p” minuscola continua intanto a chiacchierare all’interno del Palazzo comunale, ma sotto, fuori dalle finestre del Palazzo nel quale sono riuniti da ieri gli amministratori di Viterbo, la città continua a vivere con il solito disinteresse, alimentato anche da queste vicende, e con gli stessi problemi.

E allora sarebbe bene che a turno i membri della maggioranza si affacciassero dalla finestra, guardassero in faccia coloro che si trovano a passeggiare lì sotto e che capissero di non essere soli. Che lì fuori c’è una città che vive, che sopravvive e che non aspetta nemmeno più. Che è stanca e sfiduciata. Guardare fuori dalla finestra allora è necessario per tornare a ricordarsi di doversi sbrigare a risolvere queste faccende politiche e ricominciare a occuparsi dello sviluppo della città. Quello vero. E magari ingranando anche una marcia in più.

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