Monastero di S. Rosa, la Curia dà il benvenuto alle alcantarine

Monastero di S. Rosa, la Curia dà il benvenuto alle alcantarine

Santa Rosa -

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La Curia di Viterbo dà il benvenuto alle suore alcantarine che prenderanno il posto delle clarisse al monastero di santa Rosa. In una nota ufficiale vengono definite le ragioni di quanto sta accadendo e scuotendo profondamente la città in questi giorni.

“Ormai da diverso tempo – scrive la Curia – la comunità monastica del monastero di Santa Rosa ha subito una drastica riduzione numerica per una crisi di vocazioni che, nella nostra Diocesi, in questi ultimi anni ha purtroppo portato alla chiusura di altre due comunità di Clarisse, a Vitorchiano e a Tuscania, nonché di diverse altre comunità religiose maschili e femminili.

Per le tre attuali monache rimaste – anche per l’avanzare dell’età e le non sempre ottimali condizioni di salute – rimane sempre più difficile la gestione di un luogo così impegnativo, come è il Santuario e il Monastero di Santa Rosa, che, anche dal punto di vista strutturale, desta non poche preoccupazioni.

Non da adesso, perciò, la federazione delle clarisse urbaniste e il vescovo diocesano, per quanto di sua competenza, si sono presi a cuore la situazione cercando altre monache clarisse che potessero venire in aiuto alle consorelle di Viterbo. Ma tutti gli sforzi sono stati vani: la crisi delle vocazioni si fa sentire ovunque.

Stessa preoccupazione e stesso impegno è stato quello della congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica che – tenuto conto dell’importanza del santuario di Santa Rosa e della situazione incerta e precaria della comunità monastica – ha preso in mano direttamente la questione e ha trovato la disponibilità delle Suore Francescane Alcantarine, la cui spiritualità francescana potrà garantire quella continuità di ispirazione e di servizio propri del santuario dove Viterbo conserva gelosamente quanto ha di più caro: Santa Rosa.

Dato il carisma proprio della nuova comunità religiosa che abiterà il monastero, la scelta fatta dalla congregazione risulta quanto mai adeguata a rendere attuale oggi il messaggio che ci viene dalla nostra amata patrona e a fare del monastero e del santuario un punto di riferimento sempre più significativo.

La chiesa di Viterbo è grata alle monache Clarisse, che da più di sette secoli sono state presenza discreta e preziosa nella nostra città, punto di riferimento per tante persone, custodi appassionate della nostra Santa Rosa.

Peccato, però, che nessuna giovane viterbese, ormai da decenni, abbia sentito il desiderio di seguire il loro esempio.

A volte ci si accorge della preziosità di una presenza quando questa viene a mancare. Ma come mai la nostra città, il territorio, le nostre comunità parrocchiali non sono state in grado finora di suscitare vocazioni alla vita monastica? Questo deve far riflettere, tutti.

Se nei monasteri non c’è ricambio, che altro si può fare?

L’aver trovato per il monastero di Santa Rosa questa soluzione è un grande dono. Per questo accogliamo con gioia la nuova comunità religiosa.

Diciamo il nostro grazie e il nostro benvenuto alle suore alcantarine.

Avremo modo di conoscerle e di apprezzarle e le aiuteremo ad entrare nella nostra storia e nelle nostre tradizioni.

E sicuramente, con la loro presenza e il loro apostolato, ci aiuteranno ad amare ancora di più e soprattutto ad imitare la nostra piccola grande Santa Rosa”.

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