Momento serietà, oltre le supercazzole del politichese

Momento serietà, oltre le supercazzole del politichese

Editoriali - Questa amministrazione non ha più un'anima. E' un fossile politico di una coalizione estinta e non più ripresentabile. Non ci sono condizioni per partorire una prospettiva, per portare Viterbo in avanti da qualche parte. Quanto successo in questi due anni e mezzo però non è inutile, anzi è molto istruttivo.

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Può venire giù il Padreterno, possono essere scomodati i vari Guerini, Tramontana, Melilli o chiunque volete voi ma i fatti dicono che l’esperienza Michelini è finita. La “Viterbo impresa possibile” che ci era stata raccontata in campagna elettorale là è rimasta, sulle frequenze radio e sulle carte o le pagine web dei giornali.

Può continuare la strategia di comunicazione del sindaco – goffa, impacciata e inesistente – a raccontare. Può anche convocare una conferenza stampa, nel bel mezzo di una crisi terribile, con l’idea di far raccontare agli assessori di area quanto fatto in due anni e mezzo e sprofondarla nella replica del solito mantra del “resto al mio posto”, “mi devono sfiduciare nelle sede preposte” e supercazzole del politichese varie. Tutto vano, tutto inutile. Può anche andare avanti (anche se crediamo che questa amministrazione non sarà salvata affatto per interdizione romana) e tirare a campare. Non è questo il punto.

Faccia pure Michelini e si candidi a fare il bis, ritentando la sorte nella speranza che se i viterbesi decidessero di accordargli il ticket per tornare a governare la città potrebbe andare “oltre le mura” e concretizzare quanto annunciato e promesso nel 2013. Non diremo né che è stato un bravo né un cattivo sindaco. Lo lasciamo dire ai cittadini che per due anni e mezzo ha governato, non ci interessa.

Ma si prenda atto che lo schema di governo di questa città, uscito dalle urne nel 2013 non esiste più. Oggi in consiglio è maggioranza chi non sta con Michelini, nella sostanza. Sbagliano i sette che non mettono fine a questa agonia? Sbagliano. Dovrebbero andare dal notaio e chiudere questa partita dannosa per la città. E Michelini? Sbaglia anche lui. A che serve questo arroccamento, questo dire che si va avanti. Avanti verso cosa? Come?

Questa amministrazione non ha più un’anima – ammesso che l’abbia avuta in qualche frangente l’ha poi persa in mille liti, contrapposizioni, risentimenti, personalismi -. E’ un fossile politico di una coalizione estinta e non più ripresentabile. Non ci sono condizioni per partorire una prospettiva, per portare Viterbo in avanti da qualche parte. Quanto successo in questi due anni e mezzo però non è inutile, anzi è molto istruttivo.

Serve da monito per chi pensa di costruire nuovi quadri per la futura gestione della città. Non basta vincere, occorre poi governare. Serve poi ai partiti come il Pd, ma anche agli altri, per capire che oltre alle correnti deve esserci qualcosa di più, che la classe dirigente va cresciuta e che spendere il tempo solo nelle guerre di posizione e nei posizionamenti non consolida il potere ma te lo fa perdere.

Questo è lo scenario che appare davanti ai nostri occhi, le supercazzole del politichese fanno da sovrastruttura e da specchietti per le allodole.

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