Miriade di dischi di plastica sulle spiagge del Tirreno, rinvenuti anche a Tarquinia. Nel 2011 fenomeno simile negli Usa

Miriade di dischi di plastica sulle spiagge del Tirreno, rinvenuti anche a Tarquinia. Nel 2011 fenomeno simile negli Usa

Homepage - Una miriade di dischetti di plastica sono stati ritrovati sulle spiagge del Tirreno, anche a Tarquinia. Indaga la squadra di Clean Sea Life, progetto Life cofinanziato dall'Unione Europea. Si tratta di dischi del diametro di 5 centimetri, l'associazione ha lanciato un appello ai cittadini di buona volontà a indossare i guanti e darsi da fare perché sono davvero una miriade i dischetti che si sono riversati sulle spiagge del Tirreno.

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Una miriade di dischetti di plastica sono stati ritrovati sulle spiagge del Tirreno, anche a Tarquinia. Indaga la squadra di Clean Sea Life, progetto Life cofinanziato dall’Unione Europea. Si tratta di dischi del diametro di 5 centimetri, l’associazione ha lanciato un appello ai cittadini di buona volontà a indossare i guanti e darsi da fare perché sono davvero una miriade i dischetti che si sono riversati sulle spiagge del Tirreno.

Secondo la portavoce Eleonora De Sabata ci sono significative analogie con un incidente ambientale verificatosi in America il 6 marzo del 2011. In quel caso andò in tilt l’impianto di trattamento di Hookset (Usa – New Hampshire), scaricando in mare dai 4 agli 8 milioni di dischetti simili a quelli ritrovati da Amalfi alla Feniglia.

L’associazione si sta occupando di mappare il fenomeno e le spiagge interessate. Per questo sul sito cleansealife.it è possibile trovare una cartina in continuo aggiornamento. In queste ultime ore i dischetti sono stati ritrovati anche a Talamone, altra meta toscana amata dai viterbesi.

Scartata l’ipotesi che si tratti di parti di capsule per caffè. Prende quota l’idea che i dischetti siano supporti di plastica impiegati nei sistemi di trattamento biologico delle acque. Clean Sea Life sta lavorando per mappare il tutto e quindi cercare di risalire all’origine dell’inquinante. 

Nell’operazione di individuazione sono coinvolti gli oceanografi del Lamma, il Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica ambientale per lo sviluppo sostenibile della Regione Toscana. 

 

Foto Fisioterapy Center

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