Michelini: “Non mi dimetto, minoranze irresponsabili, i 7 mostrino se hanno coraggio”

Michelini: “Non mi dimetto, minoranze irresponsabili, i 7 mostrino se hanno coraggio”

Homepage - "Non mi dimetto", "Dalle minoranze un gesto irresponsabile", "Se uno non è coraggioso va dal notaio, altrimenti viene in consiglio e affronta davanti alla città i problemi". In queste tre affermazioni c'è il succo della conferenza stampa indetta oggi pomeriggio dal sindaco Leonardo Michelini.

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“Non mi dimetto”, “Dalle minoranze un gesto irresponsabile”, “Se uno non è coraggioso va dal notaio, altrimenti viene in consiglio e affronta davanti alla città i problemi”. In queste tre affermazioni c’è il succo della conferenza stampa indetta oggi pomeriggio dal sindaco Leonardo Michelini (qui la replica della minoranza, qui la cronaca del pomeriggio).

Il quadro nel quale si colloca questo momento, importante nella narrazione della crisi, è quello subito dopo il naufragio, per mancanza del numero legale, del consiglio comunale. Il primo ad avere luogo dal 17 dicembre, giorno di innesco della crisi che ha sprofondato l’amministrazione all’interno di una selva oscurissima.

Dopo il secondo appello in sala d’Ercole, chiuso negativamente, il primo cittadino chiede alla stampa presente di seguirlo. La scena si svolge nella Sala Rossa. Al centro Michelini e nel ruolo di spalla l’assessore ai Lavori Pubblici Alvaro Ricci. Dietro consiglieri di maggioranza e assessori vari. I volti sono piuttosto tesi, qualcuno anche scuro. Da qui si apre una conferenza in tre atti.

Conferenza-Michelini

 

Atto primo: “Dalle minoranze un gesto irresponsabile”

“Da parte delle opposizioni mi sarei aspettato la presenza in consiglio, considerando che sanno perfettamente che la maggioranza sta vivendo un momento di crisi. Inoltre avevano richiesto loro la convocazione del consiglio comunale. Il non aver garantito il numero legale è un gesto irresponsabile che danneggia la città. La nomina del collegio dei revisori è indispensabile per mandare avanti delle opere pubbliche già decise e per cui c’è copertura economica L’opposizione fa il suo lavoro ma in questo caso, credo, si sarebbe dovuta comportare in maniera diversa. Ricordo che ci sono in cantiere sette milioni di euro di opere per la città e i viterbesi e che essendo i fondi vincolati a variazioni di bilancio, per cui sono necessari i revisori, rimane tutto fermo.

Ricci passa all’elenco di cosa si sta fermando: interventi sulle scuole per la messa in sicurezza, interventi su varie strade, a Ponte Sodo, il completamento del Teatro dell’Unione. Poi affonda: “Quando ero all’opposizione come capogruppo del Pd rimanemmo in aula per garantire all’amministrazione Marini, che non aveva i numeri, di approvare interventi relativi al Plus. Mostrammo senso di responsabilità.

“Il bene comune deve prevaricare gli interessi della politica – rientra sul binario Michelini -. Il problema è sicuramente nostro, della maggioranza, ma ci sono interessi della comunità che devono prevalere”.

 

Atto secondo: “Non mi dimetto”

Subito dopo Michelini affronta il nodo politico della crisi. “Sono stato eletto dai cittadini e non intendo retrocedere e vado avanti fino alla fine. Non userò i percorsi dei miei predecessori, non mi dimetto. Se dovessi dare le dimissioni non tornerei più indietro – dichiara -. La situazione è sul tavolo, si sta cercando di affrontarla. Ho sentito voci che tirano in ballo notai, segretari generali, sfiducia in consiglio. Rimando tutto al mittente”.

 

Atto terzo: “Se uno non è coraggioso va dal notaio, altrimenti viene in consiglio e affronta davanti alla città i problemi”

“Se uno non è coraggioso va dal notaio oppure viene in consiglio e affronta, davanti alla città, i problemi. Possiamo sbagliare tutti ma devono restare dei punti fermi: l’onestà, la responsabilità delle istituzioni, l’essere buoni politici”, continua la conferenza del sindaco.

“Non credo di essere non apprezzato dalla città. Non ho amici al Sole24Ore eppure i sondaggi pubblicati parlano chiaro sul mio apprezzamento. Fino a dicembre ancora credevano alla mia persona e quindi non abdico e porto avanti il mio ruolo con senso di responsabilità.

I problemi di questa amministrazione hanno origine nel Pd e il partito dovrà risolvere. Sono fiducioso sull’incontro di domani. Per quello che mi riguarda sono seduto su una sedia che scotta, ma non la brucio. E’ evidente però che per andare avanti serve anche il consiglio. Fino a ora abbiamo mandato avanti l’amministrazione con 74 delibere di giunta, non è vero che l’amministrazione è ferma. Senza consiglio comunque non si può andare avanti molto. Spetta al Pd riuscire a far rinascere il germe per stare insieme”. Per Michelini è tutto, palla agli altri attori in pista.

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