Michelini inizia a parlare di dimissioni mentre Il Pd si frantuma e scoppia la guerra

Michelini inizia a parlare di dimissioni mentre Il Pd si frantuma e scoppia la guerra

Politica - La spaccatura, che inizialmente era tra Pd e Liste civiche ora si è spostata esattamente al centro del Partito Democratico. Fioroniani da un lato, panunziani-serriani dall’altra. Si parla di dimissioni di Michelini e espulsione di dissidenti.

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Michelini in mezzo al vortice per la prima volta parla pubblicamente di dimissioni. Lo ha fatto con alcuni giornalisti a margine del Consiglio andato deserto e della figuraccia rimediata per la mancata elezione del presidente del Consiglio comunale. Una figuraccia che ha fatto male alla maggioranza sempre più spaccata. Ma la spaccatura, che inizialmente era tra Pd e Liste civiche ora si è spostata esattamente al centro del Partito Democratico. Fioroniani da un lato, panunzianiserriani dall’altra.

Nel primo gruppo Martina Minchella (un ritorno), Daniela Bizzarri, Christian Scorsi e Aldo Fabbrini. Nel secondo tutti gli altri: Augusta Boco, Francesco Serra, Patrizia Frittelli, Melissa Mongiardo, Arduino Troili, Mario Quintarelli, Marco Volpi e Alessandra Troncarelli. Con i primi che controllano il Partito a livello comunale e i secondi che hanno la maggioranza in Consiglio. I primi che hanno più assessori, i secondi che hanno più presidenze di commissione. Gli equilibri, prima ancora che nella maggioranza allora sembra che vadano trovati lì. Nel Pd. Ma Michelini è stanco e accuserebbe la parte più consistente dei democratici in Consiglio di giocare male, tanto da portarlo ad annunciare le possibili dimissioni se domani non si sanasse questa spaccatura e non si arrivasse dunque a eleggere un presidente.

Saltata l’ipotesi Filippo Rossi bis, le carte da giocare però rimangono poche ora e il clima in casa democratica è quanto mai teso, tanto da spingere i fioroniani, secondo quanto riportato dal Corriere di Viterbo, a ricorrere ai probiviri del partito per l’espulsione dal partito di coloro (i panunziani-serriani) che avrebbero disatteso l’indicazione dell’Unione comunale (a maggioranza fioroniana) nel voto per il ritiro della candidatura di Francesco Serra in funzione di una pacificazione con le liste civiche.

Sullo sfondo della vicenda l’ombra dell’intervento della magistratura, rilanciato da un giornale, il Corriere di Viterbo, che racconta della possibilità da parte di alcuni consiglieri di ricorrere per vie legali contro alcune compra-vendite di consiglieri. Giusto per rasserenare il clima.

 

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