Michele Montalboldi: “Vi racconto la mia scommessa, benvenuti a ‘La Gramignana’”
Homepage - Design curato e ambiente costruito con in mente un chiodo fisso: la bellezza. Dietro quella porta, talmente larga che sembra abbracciarti, trovi Michele Montalboldi.
Appartenenza al territorio, cura dei rapporti con i clienti, del servizio, di ogni singolo piatto. C’è un luogo appena fuori Viterbo, praticamente davanti al Cine Tuscia Village, dove si coltiva la magia del relax e della cura di ogni ospite. Basta sedersi e lasciar fare e tutto andrà per il verso giusto. Si chiama La Gramignana, ristorante-pizzeria. Design curato e ambiente costruito con in mente un chiodo fisso: la bellezza. Dietro quella porta, talmente larga che sembra abbracciarti, trovi Michele Montalboldi.
La Gramignana è il nome della sua sfida. La sfida di un imprenditore oggi 38enne, che piantò questo seme diventato ora albero nel 2012. Quando di anni ne aveva 33. Siamo andati a intervistarlo al civico 12 della Strada Ortana.
Come nasce tutto questo?
“Qui anticamente c’era un vigneto, poi il terreno venne utilizzato per piantare grano. Oggi si è accolti da ‘La Gramignana’. Tutto nasce da me, figlio di una famiglia che storicamente è fatta di medici e farmacisti. Io sono diverso, non mi piace stare fermo. Sono un tipo estroverso, mi piace parlare con la gente, avere contatto con il pubblico e stare in campagna. Dentro di me ho lo spirito del contadino e mi piace lavorare il terreno la mattina e poi la sera occuparmi di accoglienza, ristorazione, organizzazione di banchetti. La Gramignana nasce con l’idea di fare un altro lavoro, una scommessa di qualità”.
Di cosa è fatta questa qualità?
“Al primo posto c’è il senso di appartenenza al territorio e il rapporto con i clienti. Ho fatto un corso di sei mesi organizzato dal Gambero Rosso su gestione e marketing del ristorante. Poi è iniziata l’avventura. Stavo per aprire un locale che poteva fallire da un giorno all’altro, è stata tosta ma eccoci qui (ride)”.
Ricordi il giorno dell’inaugurazione?
“Non lo dimenticherò mai. Ho inaugurato il 28 aprile del 2012, giorno del mio compleanno. Ho scelto questa data perché è stato come se nascesse dentro di me qualcosa di altro. Ha avuto vita una cosa nuova”.
Come descriveresti il carattere de ‘La Gramignana’?
“Il carattere della Gramignana è accoglienza, qui ti senti come a casa. Se vieni alla Gramignana ci passi la serata: aperitivo, cena, poi piscina sul prato. E’ stato tutto pensato per permettere alle persone di svagarsi dallo stress della settimana e stare qui fino alle due di notte. Tanta gente non vuole andare via mai. Si sente bene perché la coccoliamo”.
Come si raggiungono questi risultati?
“Il primo ingrediente è la qualità del personale e naturalmente la cucina. Siamo ristorante-pizzeria ma le nostre pizze sono servite con la stessa eleganza degli altri piatti. E i costi non sono superiori a quelli che puoi trovare altrove”.
Cosa pensi quando entri qua dentro?
“Che ho creato un bel locale, un bel locale deve essere così: tutto deve rinascere ogni giorno. La squadra di cucina e sala è il top. Piano piano ho costruito la squadra perfetta. Ho la massima fiducia nelle persone che lavorano con me. E la filosofia di lavoro qua dentro è semplice: tutti devono trovare il loro benessere e si lavora per costruire e non per distruggere”.
La forza della cucina?
“La stagionalità è per noi fondamentale. Abbiamo due menù: primavera/estate e autunno/inverno. L’orto è qua dietro. Niente menù invernali con i fiori di zucca per intenderci. La pizza è cotta nel forno a legna e i piatti del menù sono rinnovati spesso”.
La soddisfazione maggiore?
“Vedere la gente che ritorna sempre e poi arriva qualcuno con una frase bellissima: “Faccia lei”. Si affida, questo è il successo di un ristorante”.