Medioera, occhio a “Portait”

Medioera, occhio a “Portait”

Homepage - VITERBO - Portrait realizza un’idea di percorso che svilupperà, all’interno dello Spazio attivo, immagini e proiezioni video, oltre all’installazione di Massimiliano Capo e Lorenza Fruci intitolata “Senza titolo” e al lavoro di Francesco Marzetti che ha sintetizzato tutte le connessioni off line e on line generate in dieci anni di Medioera.

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VITERBO – Medioera, come sempre, oltre a raccontare innovazione e comunicazione con talk ed approfondimenti curati da esperti del settore, è anche rappresentazione tangibile e visiva di un’evoluzione sociale orientata dal digitale.

A rappresentare quest’anno tale processo sarà “Portait”, un progetto di Serena Achilli realizzato in collaborazione con Giacomo Nencioni, docente di scrittura, storytelling e produzione multimediale
presso il Disucom – Università degli Studi della Tuscia.

Portrait realizza un’idea di percorso che svilupperà, all’interno dello Spazio attivo, immagini e proiezioni video, oltre all’installazione di Massimiliano Capo e Lorenza Fruci intitolata “Senza titolo” e al lavoro di Francesco Marzetti che ha sintetizzato tutte le connessioni off line e on line generate in dieci anni di Medioera.

“Negli ultimi vent’anni la rivoluzione digitale ha costruito un palcoscenico nel quale si è sviluppata una vera e propria estetica dell’autorappresentazione, tra esibizionismo e racconto del quotidiano.

A partire dall’avvento di webcam, strumenti di ripresa, portatili e di piattaforme sociali sempre più pervasive, la rete si è popolata di un gigantesco caleidoscopio di volti e di narrazioni private.

La retorica della messa in scena di se stessi è oggi una modalità fondamentale del rapporto con i media di semplici utenti, personaggi politici e mondo dell’intrattenimento: una modalità che però si intreccia con strategie che l’arte contemporanea frequenta da tempo, soprattutto nell’ambito delle performance art, e che gli artisti oggi non esitano a percorrere e a esplorare.

Portrait, selezionando, combinando ed esibendo fotogrammi dalla webcam culture alle opere di artisti contemporanei è il racconto, frammentario e frammentato, di pezzi di questo immaginario. Un racconto che mette insieme esibizionismo spontaneo e intenzione artistica, istinto degli utenti nel loro quotidiano e progetti creativi pensati, tutti uniti da una strategia e da un bisogno comune: mettere in scena noi stessi come materia del nuovo spettacolo contemporaneo. – Serena Achilli”.

Foto Fisioterapy Center

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