Marini: “Michelini ha ancora zero tituli, prenda la situazione in mano”

Marini: “Michelini ha ancora zero tituli, prenda la situazione in mano”

Homepage - Tra il Consiglio comunale e la crisi della maggioranza, Marini è sempre convinto di una cosa e cioè che "Michelini ha zero tituli". L'ex sindaco di Viterbo racconta anche la sua esperienza e cerca di interpretare l'atteggiamento dei sette serra-panunziani che due mesi fa, a parole, hanno sfiduciato il sindaco Michelini, ma che di fatto non hanno ancora affondato il colpo.

ADimensione Font+- Stampa

Tra il Consiglio comunale e la crisi della maggioranza, Marini è sempre convinto di una cosa: “Michelini ha zero tituli. L’ex sindaco di Viterbo racconta anche la sua esperienza e cerca di interpretare l’atteggiamento dei sette serra-panunziani che due mesi fa, a parole, hanno sfiduciato il sindaco Michelini, ma che di fatto non hanno ancora affondato il colpo.

 

Iniziamo da oggi: cosa accadrà in Consiglio comunale sulla questione dei Revisori dei Conti?

“Vediamo questa maggioranza cosa presenterà. Noi abbiamo letto una proposta di delibera nei giorni scorsi, proposta che abbiamo approfondito e sulla quale abbiamo dato un giudizio. Ma se cambia la delibera, come sembra, i giudizi possono cambiare e questo è sconcertante. Quindi aspettiamo domani”.

 

Una previsione?

“Credo che qui sia come il Meteo, a dir poco variabile. Neanche Edmondo Bernacca (noto metereologo degli anni ’60, ndr) potrebbe fare previsioni su ciò che accadrà domani”.

 

Cosa pensa?

“Non lo so, io pretendo solo che la città venga governata e che i progetti vengano realizzati”.

 

Cosa ne pensa dell’ipotesi commissario?

“La parola va data ai cittadini. Il commissario al massimo dovrebbe durare due o tre mesi. Il destino infausto di Viterbo deciso tre anni fa dai cittadini non deve per forza durare fino alla fine”.

 

La maggioranza la tirerà alla lunga per arrivare al commissario?

“È una ipotesi infausta perché il commissario non avrebbe poteri straordinari, ma ordinari. Quando mi sono dimesso da deputato, e non da sindaco, l’ho fatto anche perché non volevo che ci fosse un commissario senza poteri straordinari. All’epoca bisognava portare avanti il Plus e i progetti straordinari che il commissario non poteva realizzare. Mettere la città in mano al commissario per un anno, significherebbe fare un danno alla città e non dare a Viterbo la possibilità di poter presentare progetti di riqualificazioni, di partecipare a bandi, etc. Insomma sarebbe un danno”.

 

E se lo facessero però?

“Sarebbero degli irresponsabili perché la città non potrebbe competere con il resto del paese”.

 

Analizzando l’atteggiamento dei sette, perché tentennano così tanto?

“Sicuramente hanno forti pressioni da parte del Partito Democratico, essendo tutti del Pd. ll cittadino semplice si domanda però perché il destino di Viterbo si decida a Roma. Si dovrebbe decidere qui, in Consiglio comunale”.

 

Insomma si è andati troppo oltre le mura?

“Chi ha fatto qualcosa dentro le mura sono io, Michelini ha ancora zero tituli. Lo ritorno a dire: zero tituli! Finché non mi convincerà che ha cambiato strategia per vincere qualche campionato starà sempre a zero tituli. Checché ne dica l’assessore Alvaro Ricci che vanta chissà quali risultati: ad oggi zero, nessun risultato iscritto al loro palmares”.

 

Domenica sul Corriere di Viterbo c’erano le interviste a Giuseppe Fioroni e Ugo Sposetti. In quelle interviste non si capisce bene il punto, secondo lei cosa dicono?

“Uno (Fioroni, ndr) non diceva niente, l’altro (Sposetti, ndr) diceva come fare: o così (una squadra-civica di governo per il fine mandato, ndr) o a casa. Il cerino però ce l’ha in mano il sindaco, che può e deve prendere in mano la situazione. Con me ha vinto Michelini, non un altro. Ha questa possibilità”.

 

Nel 2013 dopo aver perso il ballottaggio, lei diceva che era stata una scelta dei poteri forti. A chi si riferiva?

“Lo stiamo verificando ora. Quando Sposetti diceva che la città aveva bisogno di un borghese illuminato, aveva di fatto detto che c’erano dei poteri da rappresentare che il proletario Giulio Marini non rappresentava. La scelta è stata fatta, ma ora non sanno più come uscirne: però liberassero Viterbo”.

 

 

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune