Maledetti 18 anni. Case famiglia, il limbo dei ragazzi che diventano maggiorenni

Maledetti 18 anni. Case famiglia, il limbo dei ragazzi che diventano maggiorenni

Cronaca - C'è un problema che ogni anno finisce per riguardare tre giovani viterbesi, al momento in cui compiono i 18 anni d'età. L'anno che per i più significa patente dell'auto, prima vacanza per gli amici per i ragazzi delle case famiglia rischia di diventare un dramma.

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casa_famigliaRiflettori sui ragazzi delle case famiglia. La legge li tutela fino al compimento del 18esimo anno d’età, poi il nulla. Parliamo di un fenomeno che interesserà nel corso del 2014 ben 30mila neo maggiorenni in Italia, in pratica 3 giovani ogni 1000 minori. Su Viterbo città il fenomeno riguarda circa tre ragazzi ogni anno. “Si tratta di giovani a cui bisogna cercare di dare un futuro. Inserirli e integrarli nel tessuto sociale è importante perché non riuscire in questo significa relegarli nell’emarginazione, questo rischia di essere potenzialmente dannoso per loro e per gli altri”, ci racconta Diana Dimonte, responsabile dell’Associazione Murialdo di Viterbo.

 

In pratica, per una sorta di buco normativo, i giovani che vengono separati dalle famiglie d’origine per diversi tipi di ragioni sono sostenuti dallo stato fino al compimento dei 18 anni. Da quel momento in poi non è previsto alcun tipo di assistenza. Vengono lasciati a se stessi, se non si riesce a inserirli in ulteriori progetti di tutela.

 

Ieri nel capoluogo della Tuscia un importante convegno, di respiro nazionale, sul tema. ‘Legalmente maggiorenni e poi?… Costruiamo ponti per il futuro’, il titolo scelto.  Sono intervenuti Iolanda Buratti (Servizio Sociale di Viterbo), Ambra Pierantoni (educatrice professionale nei progetti di semiautonomia per maggiorenni dell’Associazione Murialdo), Anna e Saverio Russo (famiglia affidataria), Agostino Scarcella (responsabile di Tuscia Ice), Paolo Tombolini (direttore del Conad di Marta), Federico Zullo e Merita Gasi (Associazione Agevolando di Bologna), Marzia Saglietti (psicologa presso Comunità Murialdo di Trento), Mauro Belli (Presidente Associazione dei Consumatori ADOC e Direttore Sviluppo Tuscia), Stefano Signori (Presidente Confartigianato Viterbo), Massimiliano Venturi (Centro di Servizio per il Volontariato SPES). Nel ruolo di moderatore dell’incontro Diana Dimonte.

 

L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Murialdo e dal Centro di Servizio per il Volontariato SPES, nell’ambito del 10° Festival del Volontariato di Viterbo, ha voluto essere un momento di riflessione cittadino sulla situazione di quei giovani che, a causa di situazioni familiari particolarmente complesse, hanno trascorso periodi fuori dalla propria famiglia in case-famiglia o in famiglie affidatarie e, una volta divenuti maggiorenni, necessitano di continuare ad avere punti di riferimento così da poter completare il proprio percorso di autonomia e inclusione sociale.

 

A Viterbo nel 2011 nasce un “appartamento ponte”. Si tratta di un progetto pensato per inserire i ragazzi che si stanno avvicinando alla maggiore età e per continuare a fornirgli supporto, oltre le garanzie di legge. Ambra Pierantoni, sempre di Associazione Murialdo Viterbo, ci racconta dell’importanza di queste strutture ponte. “A diciotto anni un ragazzo è ancora tanto giovane. E’ necessario che si continui in qualche modo a stargli vicino. Per associazioni come la nostra, inoltre, è importante lavorare con loro per aiutarli a capire che strada intraprendere nella loro vita”.

 

 

 

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