L’intervista a Paolo, il giovane pestato per un post ironico su Facebook

L’intervista a Paolo, il giovane pestato per un post ironico su Facebook

Homepage - Paolo racconta a Il Messaggero l'aggressione subita a Vignanello. Paolo racconta l'aggressione, le ferite riportate e commenta l'ordigno di fronte alla sede di CasaPound Cimini.

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Paolo ha raccontato a Il Messaggero l’aggressione subita a Vignanello. Il ricordo dell’aggressione, le ferite riportate e ha commentato anche l’ordigno di fronte alla sede di CasaPound Cimini.

 

Paolo, cosa è accaduto quella sera?

“Eravamo in tre, un mio amico doveva parlare con il gestore di una pizzeria. Loro erano già lì, dopo circa mezz’ora siamo usciti e li abbiamo trovati là fuori”.

Cosa ti hanno detto?

“Uno mi ha strattonato per una spalla, chiedendomi: “puoi venire un attimo?”. Ho risposto di no e me ne sono andato. Mentre camminavo mi giravo a controllare: continuavano a inseguirmi. Ho iniziato a correre verso il parco di fronte. Poi ce le ho prese da due di loro, un testimone dice tre”.

Come?

“Con calci da dietro, poi pugni, uno dei quali mi ha rotto il naso. Sono arrivate anche cinghiate. Erano una quindicina in tutto, hanno fatto riferimento alla presa in giro a Casapound”.

Hai visto cosa è successo alla sede di Casapound?

“Alla violenza non si risponde con la violenza, non ci si abbassa allo stesso livello. Si rischierebbe di entrare in un circolo vizioso, di scatenare una guerra. L’arma contro i fascismi può essere solo la cultura”.

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