Lettera ai cittadini che non ho, riflessioni sul “manicomio” politico

Lettera ai cittadini che non ho, riflessioni sul “manicomio” politico

Editoriali - Più che una maggioranza sembra una corsia di qualche manicomio del passato. La situazione a Palazzo dei Priori è esplosiva, con ombre inquietanti che aleggiano.

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Andare a Palazzo dei Priori è deprimente. Persino fare il giornalista sta diventando deprimente in questa città. Pensavo che la macchina del fango fosse una roba già sfasciata e archiviata a Viterbo, una roba che avrei raccontato ai nipotini. Una vecchia storia che mi ha visto in qualche modo protagonista, dalla parte dei “guastatori” però. Invece così sembra non essere (leggi). A distanza di poco ci risiamo? I veleni interni all’attuale amministrazione comunale hanno trasbordato sui giornali dove in questi giorni abbiamo letto e visto cose che a nostro parere sono incredibili.

Poche ore fa Filippo Rossi ha parlato in consiglio comunale da capogruppo di Viva Viterbo e da giornalista. “So riconoscere le macchina del fango e mi sento vicino a chi viene colpito da certe forme di giornalismo. C’è un dibattito politico e culturale in città malato. Tutta la mia solidarietà a chi è vittima di questi attacchi”.

Ha parlato di macchina del fango anche il capogruppo del Partito Democratico Francesco Serra e anche il consigliere Pd Melissa Mongiardo. In questi giorni qualcuno ha pensato di raccontare il cambio di maggioranza dentro il Pd, con i “fioroniani” diventati minoranza nel palazzo di via Ascenzi, come figlio di quello che è stato definito “il partito della Asl”. Si è raccontato di presunte compravendite di consiglieri comunali in cambio di scalate nella Asl, in cambio di promozioni.

Abbiamo assistito a un Partito Democratico, nel soggetto dell’Unione Comunale, annunciare possibili espulsioni dal partito per quei consiglieri comunali che hanno preso una posizione diversa da quella decisa dall’Unione sulla vicenda della rielezione del presidente del consiglio. Una roba terribile, che poco ha a che fare con un Paese democratico.

Di fronte a tutto questo sono rimasto colpito dal sindaco Leonardo Michelini, dal suo silenzio. Dal suo fare finta di niente su cose così gravi. Personalmente credo sia giusto che questo nostro giornale esprima solidarietà a chi è stato colpito da certi articoli. Oppure se quegli articoli raccontano la verità sono rimasto colpito che il primo cittadino non abbia chiesto di scoprire come stanno veramente le cose. Lo ha fatto invece il consigliere Gian Maria Santucci: “Chiedo al segretario generale che verifichi se quanto scritto sui giornali corrisponda a verità o meno. Perché se quelle cose sono vere vuol dire che siedo in un consiglio comunale da cui me ne voglio andare. Sui consiglieri di Oltre le mura si è usato lo stesso meccanismo, se riparte la macchina del fango questa volta non si ferma più”.

Perché non il sindaco? Perché Michelini è stato zitto e non ha preso posizione? In una città dove c’è un processo in corso sulla macchina del fango è doveroso che tutti i fatti sospetti, che vanno in quella direzione, vengano scandagliati fino in fondo. Anche perché non si può colpire una macchina del fango e lasciarne in vita altre, qualora esistessero davvero. Ma questa è roba da Procura e siamo convinti che la Procura farà il suo lavoro. Intanto confidiamo che la domanda rivolta da Santucci al segretario generale venga raccolta e soddisfatta.

Torniamo alla depressione che ci prende nel guardare quanto accade in Comune. A neanche due anni dal varo l’amministrazione Michelini è dilaniata da una lotta tra bande che ci ricorda il tristissimo ultimo periodo dell’era Marini. Se chi dovrebbe amministrare pensa solo a farsi la guerra chi si occupa di pianificare il futuro di Viterbo? Chi di dare risposte ai tanti concittadini in difficoltà?

Michelini è stato l’uomo della speranza, delle promesse. Si è presentato come uomo della concretezza e dell’azione, della progettualità. Nei fatti sta dimostrando di essere altro. Nelle nostre retine è impressa l’immagine di un sindaco prigioniero politico dei suoi. L’immagine di un “manicomio” politico, con gente che si massacra. Che finisce sui giornali con l’etichetta di gente pronta a vendere il proprio ruolo politico per fare carriera nella Asl. Dove sono i cittadini? Questa è roba gravissima.

Siamo rimasti colpiti dalla chiusura del discorso di Serra in aula: “Non mi dimetto, resto qui nonostante le minacce, le forme striscianti di ricatto che uno fatica a comprendere”. Che significa? Chi lo minaccia? Chi lo ricatta? La città ha diritto a delle spiegazioni sensate. Il Partito Democratico, forza di maggioranza relativa, ha il dovere di spiegare. Cosa sta accadendo al suo interno? Al suo interno ci sono ricattatori? Al suo interno ci sono persone che cambiano posizione per fare carriera? Qualcuno prenda in mano la situazione, perché Viterbo non merita tutto questo. Al tempo stesso chiediamo ai cittadini di invadere i partiti, non lasciateli in mano dei soliti noti, dei gruppetti.

Decidono della vostra vita, della vita dei vostri figli.

 

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