L’emozionante “Giro delle sette chiese”. Da palazzo papale alla “mossa” delle 21

L’emozionante “Giro delle sette chiese”. Da palazzo papale alla “mossa” delle 21

Cronaca - La notte del tre settembre inizia a prendere corpo nel pomeriggio. Si chiama "Giro delle sette chiese", ed è un'esperienza da vivere per capire a pieno il sentimento del Trasporto. Riproponiamo le tappe del "giro".

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La notte del tre settembre inizia a prendere corpo nel pomeriggio. Si chiama “Giro delle sette chiese”, ed è un’esperienza da vivere per capire a pieno il sentimento del Trasporto. Riproponiamo le tappe del “giro”.

 

Tappa uno – Piazza San Lorenzo e Palazzo Papale. La giornata “inizia” con i facchini alle ore 13. L’anno scorso il raduno si tenne nel piazzale interno delle Scuole Rosse. Per questo 2016 – in concomitanza con l’anno giubilare e in accordo con la diocesi – torna a tenersi all’interno della Sala del Conclave. Dopo la rituale foto di gruppo e una breve visita al duomo, al ritmo delle note della banda musicale di Vejano inizia, per i protagonisti del tre settembre, il tradizionale “Giro delle sette chiese”.

Tappa due – Piazza della Morte. Percorrendo via San Lorenzo i facchini giungono in questa piazza, dove rendono omaggio a Santa Giacinta Marescotti, il cui corpo mummificato è custodito dalle monache di clausura presso il monastero di San Bernardino. Dalle suore ogni facchino riceve una foglia, a ricordo di quel pungitopo, pianta con la quale la santa terziaria si flagellava.

Tappa tre – Piazza Santa Maria Nuova. Visita alla chiesa omonima, tra le più antiche di Viterbo, eretta intorno al 1100 i un sobrio stile romanico.

Tappa quattro – Piazza del Plebiscito. Visita alla chiesa di Sant’Angelo in Spatha. La chiesa chiude uno dei lati di piazza del Plebiscito su cui dal XIII secolo si affacciano le principali sedi amministrative: i rintocchi della campana della chiesa richiamavano al raduno i membri del consiglio comunale.

Tappa cinque – Piazza della Repubblica. Breve sosta al monumento al Facchino, opera scultorea del maestro Alessio Paternesi. Qui i cavalieri di Rosa rendono omaggio ai facchini che non ci sono più.

Tappa sei – Piazza del Sacrario. Omaggio al sacello dei Caduti delle guerre mondiali. Deposizione di una corona d’alloro e momento di raccoglimento, scandito dalle note del Silenzio; suonato dal solista della Banda di Vejano.

Tappa sette – Piazza Maria Santissima Liberatrice (o della Trinità). Dopo aver ascoltato le preghiere del Priore Agostiniano, tutti gli uomini del Sodalizio intonano ‘Mira il tuo popolo’, in onore della Madonna Liberatrice, che ha assunto a Viterbo, fin dal Medioevo, una funzione protettrice civica della comunità.

Tappa otto – Piazza San Francesco. All’interno della chiesa dedicata al poverello d’Assisi i facchini rinnovano il patto d’amore verso Santa Rosa, che proprio da San Francesco trasse l’ispirazione cristiana e la propria regola di vita.

Tappa nove – Largo Facchini di Santa Rosa. Nel Santuario dedicato a Rosa, tutto il Sodalizio rende omaggio al corpo incorrotto della Santa ricevendo, ciascun facchino, dalle suore, una piccola immagine benedetta, poi ascolta le esortazioni religiose del vescovo.

Tappa dieci – Convento dei Padri Cappuccini. Dalle 17,30 e fino alle 19 i facchini, insieme ai familiari, ri recano presso il giardino del convento, per un breve periodo di relax. In un clima di serena amicizia viene poi consumata una piccola merenda-cena. Intorno alle 19, salutati i parenti, i facchini ascoltano le ultime raccomandazioni tecniche e gli incoraggiamenti del presidente del Sodalizio e del capofacchino e le sue ultime indicazioni per il trasporto. Poi i facchini si inquadrano in formazione, per raggiungere la vicina Porta della Verità.

Tappa undici – Via Mazzini. Entrando da Porta della Verità, intorno alle 20, tutti gli uomini del Sodalizio rendono un doveroso e sentito omaggio alla Chiesa di Santa Maria in poggio, luogo della prima sepoltura, nell nuda terra, di Santa Rosa.

Tappa dodici – Largo Facchini di Santa Rosa. Sempre al ritmo di “Quella sera del tre” tutta la formazione “svolta” su via di Santa Rosa dove si vive un momento di grande emozione, quando i facchini salutano parenti e amici, seduti sugli scalini del Santuario, sollevando in alto i “ciuffi” e le “spallette”. Dalle ore 20,15 viene percorso a ritroso tutto l’itinerario dell’imminente Trasporto, tra gli applausi di una folla commosso e ammirata.

Tappata tredici – Piazza San Sisto (ore 20,30). All’interno dell’omonima chiesa il vescovo di Viterbo impartisce la benedizione “in articulo mortis” ai facchini. La medesima cerimonia sarà ripetuta poco dopo all’aperto e ai piedi della Macchina di Santa Rosa, con tutti gli uomini del Sodalizio in ginocchio e la folla stipata nella piazza in religioso silenzio.

ORE 21. Saluti delle autorità. Il sindaco “consegna” ufficialmente la Macchina nelle mani del costruttore, il quale affida il Trasporto al Sodalizio tramite il capofacchino.

 

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