L’eccidio della Colonna Gamucci in Albania. Il viterbese Magagnino riporta alla luce una delle storie nascoste “nell’armadio della vergogna”

L’eccidio della Colonna Gamucci in Albania. Il viterbese Magagnino riporta alla luce una delle storie nascoste “nell’armadio della vergogna”

Homepage - Questo libro riporta alla luce, identificando l'esatta data e luogo dell'eccidio, uno dei fascicoli volutamente nascosti della storia contemporanea nascosto all'interno di quello che venne battezzato come "l'armadio della Vergona " del Tribunale Militare di Roma.

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L’eccidio della Colonna Gamucci riportato alla luce dal viterbese d’adozione Antonio Magagnino. Una ricerca storica difficile, tanto complessa quanto preziosa. Oggi pubblicata da Herald Editore con il titolo ‘L’eccidio della Colonna Gamucci – Storia dei Carabinieri Reali in Albania comandati dal Colonnello Giulio Gamucci’.

Questo libro riporta alla luce, identificando l’esatta data e luogo dell’eccidio, uno dei fascicoli volutamente nascosti della storia contemporanea nascosto all’interno di quello che venne battezzato come “l’armadio della Vergona ” del Tribunale Militare di Roma.

L’eccidio in questione è considerato da alcuni storici, dopo quello di Cefalonia, l’omicidio più crudele perpetrato contro militari italiani durante la seconda Guerra Mondiale.

“Sparate subito e mirate al petto”. Fu questa la frase con la quale il colonnello fiorentino Giulio Gamucci, comandante della Legione dei Carabinieri di Tirana, affrontò la morte in Albania nel 1943. Una raffica di mitra fu la risposta.

Caddero così ben 111 carabinieri, trucidati dai partigiani albanesi comandati da Xhelal Staravecka. Era il 4 novembre 1943 a Guri I Muzakqit, nel bosco alle pendici del Monte Panit Nord Est di Labinot.

Antonio Magagnino, nato il 6 novembre del 1962 a Matino (Lecce), vive a Viterbo.
Per ventisei anni ha servito con grande amore e fedeltà l’Arma dei Carabinieri tra Roma e Viterbo, per la maggior parte nel ruolo Ispettori; venti dei quali trascorsi in Reparti Operativi.

Grande appassionato di equitazione, paracadutismo e soprattutto di storia contemporanea, come ricercatore ha fortemente voluto indagare e scrivere la vera storia sull’eccidio della colonna dei Carabinieri Reali in Albania comandata dal Colonnello Giulio Gamucci.

Come studioso ha offerto collaborazione all’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea per la ricerca e la stesura del libro “La persecuzione degli Ebrei nella Provincia di Grosseto nel 1943-44” edito nel 1996.

Inoltre ha collaborato con il Prof. Maida dell’Università di Torino, per la mappatura degli eccidi da parte di Reparti Italo-Nazisti nelle Regioni Toscana-Piemonte. Per ultimo ha ricevuto una lettera di apprezzamento da parte del “Yad Vaschem” di Gerusalemme (il più grande Museo dell’Olocausto) per la collaborazione nella fornitura di documentazione in un libro sulla deportazione degli Ebrei dal Lazio autore il Rabbino Capo Michael Tagliacozzo.

 

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