Le Terme tornano in Consiglio comunale: un vademecum per affrontarlo

Le Terme tornano in Consiglio comunale: un vademecum per affrontarlo

Politica - Le Terme tornano in Consiglio comunale: un vademecum per affrontarlo. Questa mattina a Palazzo dei Priori il Comune di Viterbo affronterà il tema in un appuntamento straordinario voluto dall’opposizione per arrivare a delle determinazioni in merito.

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Le Terme tornano in Consiglio comunale: un vademecum per affrontarlo. Questa mattina a Palazzo dei Priori il Comune di Viterbo affronterà il tema in un appuntamento straordinario voluto dall’opposizione per arrivare a delle determinazioni in merito. Il tema non è dei più semplici perché gli interessi in gioco sono enormi. Dalle ex Terme Inps a Paliano, fino alle Masse di San Sisto e al Bagnaccio, in tanti aspettano risposte dall’amministrazione che si trova stretta tra più fuochi. Poi ci sono le Terme dei Papi.

Sulla questione delle ex Terme Inps si aspetta uno studio (l’ennesimo). Commissionato all’Università della Tuscia, dovrà essere “la nuova cartina di tornasole per le imminenti scelte future”. Lo studio, anticipa il consigliere regionale Enrico Panunzi “prevede che la struttura sarà alimentata in loco e non più attingendo alla sorgente delle Zitelle, distante circa un km e mezzo”.

Per quanto riguarda il Bagnaccio, il capitolo è aperto. Mai chiarita fino in fondo la possibilità di spostarlo a 700metri di distanza (con il bando abbozzato dall’amministrazione). Intanto la sub concessione scadrà naturalmente tra pochi mesi (il 31 dicembre) e il rischio è di vederlo chiudere.

Quanto alla questione del Paliano, all’ordine del giorno c’è la discussione sulla lottizzazione della società Free Time in località Paliano. Ci troviamo sulla Cassia Sud, a poche decine di metri dalle Masse di San Sisto (ritenute abusive dalla Regione), alle quali potrebbe soffiare l’acqua. Si parla di una realtà importante: 70mila metri cubi tra albergo termale e strutture abitative.

Infine ci sono le Terme dei Papi, con le quali il Comune è in aperto contrasto dopo la delibera che aveva imposto i 23 litri al secondo di acqua e per la quale si aspetta l’ultimo pronunciamento della giustizia amministrativa.

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