L’Asl scrive ai disabili due mesi dopo: “Sospeso il contributo perché non dovuto da questa Azienda”

L’Asl scrive ai disabili due mesi dopo: “Sospeso il contributo perché non dovuto da questa Azienda”

Homepage - Dopo due mesi e pochi giorni dalla sospensione dell’assegno, ecco una prima comunicazione ufficiale per i 26 disabili delle Case Famiglia.

ADimensione Font+- Stampa

Dopo due mesi e pochi giorni dalla sospensione dell’assegno, ecco una prima comunicazione ufficiale per i 26 disabili delle Case Famiglia. La vicenda, che La Fune ha già raccontato qui e qui, vede coinvolti gli utenti che facevano parte del progetto Casa Famiglia Vita Autonoma. Un progetto iniziato circa 40 anni fa per garantire una vita più dignitosa ed integrata con il tessuto sociale possibile, un progetto che ha portato dei benefici alle casse regionali che ha smesso di sborsare fior di soldi per pagare l’assistenza in clinica per i disabili, concedendo un assegno terapeutico, che fino a maggio ammontava a circa 700€.

Senza preavviso l’assegno è stato poi sospeso due mesi fa lasciando in estrema difficoltà i disabili coinvolti. C’è chi ci pagava l’infermiera, chi ci faceva anche la spesa e chi pure le terapia. Insomma 700€ necessari per la quotidiana sopravvivenza di queste persone malate cronica colpite da distrofia o poliomelite.

L’Asl dopo una serie di proteste ha inviato la nota con la prima comunicazione ufficiale, arrivata due mesi dopo la sospensione dell’assegno. “L’Asl di Viterbo conferma la sospensione, a far data 1 maggio 2016, del contributo erogato, in forma monetaria, in quanto non dovuto da questa Azienda. Pertanto si continuerà ad assicurare e garantire la continuità assistenziale e la presa in carico dei bisogno di salute delle SS.LL., nonché le relative prestazioni sanitarie, conformemente alla propria missione e nel rispetto delle norme e disposizioni delle legge vigenti”.

Ieri intanto i 26 si sono incontrati nuovamente per discutere il da farsi e per capire come muoversi per cercare di riportare in vita il l’assegno. L’Asl parla di servizi da erogare mentre i disabili lamentano la scarsità o la totale assenza degli stessi. Da chiarire anche il quadro clinico dei pazienti che recentemente sarebbero stati chiamati dall’azienda sanitaria per un controllo, del quale poi non hanno saputo più nulla e del quale non sono ancora riusciti ad ottenere la documentazione relativa.

Una situazione difficile da gestire e che dovrà in qualche modo essere discussa dai Comuni, totalmente assenti dalla vicenda tanto da disertare anche delle riunioni in Regione organizzate per parlare del tema. Se ha ragione l’Asl, il silenzio dei Comuni è inaccettabile, mentre se avessero ragione i disabili sarebbe inaccettabile l’atteggiamento dell’Asl. È questo il nodo da sciogliere, ma l’unica certezza è che chi paga sono sempre i più deboli.

Foto Fisioterapy Center

Jooble La Fune