L’ardua partita della chiusura del centro storico

L’ardua partita della chiusura del centro storico

Editoriali - Per l'attuale amministrazione di Palazzo dei Priori agire sul centro storico per chiuderlo è un po' come giocare all'Allegro chirurgo. Servono coraggio, fantasia e idee chiare.

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macchineLeonardo Michelini & Co. hanno davanti a sé uno dei passaggi più difficili nel destino di questa amministrazione: la chiusura del centro storico. Tante lobby – i commercianti, i residenti, i fautori della città sgombera dalle auto – da mettere in quadra. Intanto si stanno costituendo comitati ad hoc, pronti al dialogo ma anche alla lotta.

 

La chiusura del centro storico di Viterbo è una vera e propria rivoluzione copernicana. E’ necessario scardinare stili di vita, abitudini radicate e radicali e in alcuni casi anche una certa voglia di fare come si vuole in ogni caso. Compreso il parcheggiare sotto le fontane, a piazza San Pellegrino e tutta una serie di “stilose” acrobazie varie.

 

Ora, ha sicuramente ragione l’ex sindaco Marini quando dice che per chiudere il centro e disegnare una nuova città servono i soldi. Necessario investire in strutture per il parcheggio e potenziamento del trasporto pubblico locale. Essendo i soldi a disposizione per i Comuni in generale sempre meno è necessario che la squadra di Michelini dovrà sopperire a questa carenza con l’utilizzo di maggiore precisione, intuizione e creatività. Soprattutto non servirà avere paura, perché questa partita di scontenti dovrà farne per forza.

 

Rimarranno scontenti i viterbesi a cui non si permetterà più di parcheggiare sotto casa. I negozianti a cui non si faranno arrivare le auto dei clienti a un metro dal negozio e i cittadini radicali che magari si aspettano una chiusura oltranzista del centro. Fantasia e coraggio, queste sono le due armi magiche per chiudere il cerchio. Buon lavoro.

Foto Fisioterapy Center

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