L’amore che stregò il poeta Trilussa e lo fece vivere per alcuni anni a Grotte Santo Stefano

L’amore che stregò il poeta Trilussa e lo fece vivere per alcuni anni a Grotte Santo Stefano

Homepage - STORIA - Trilussa, dalla rima pronta e dallo sguardo acuto e cinico sul mondo, visse per alcuni anni in provincia. Scelse la piccola Grotte Santo Stefano, prigioniero di un amore che lo aveva letteralmente stregato.

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STORIE – Tra le mille storie che si intrecciano con la terra di Tuscia c’è anche quella di Carlo Alberto Salutri. Un nome che non dirà niente e molti ma le cose dovrebbero cambiare calando sul tavolo lo pseudonimo Trilussa.

Parliamo dell’erede ideale del poeta romanesco Giocchino Belli, con il quale decise di condividere il giorno della morte nonché l’amore per i sonetti romaneschi. Trilussa, dalla rima pronta e dallo sguardo acuto e cinico sul mondo, visse per alcuni anni in provincia. Scelse la piccola Grotte Santo Stefano, prigioniero di un amore che lo aveva letteralmente stregato. La donna era una giovane attrice, figlia di una contadina grottana. Quando la signorina fece ritorno al paese d’origine lui decise di seguirla. Un amore che non fu ricambiato e dopo lunga insistenza il poeta sconsolato fece ritorno nella capitale. 

Nel 1922 la Arnoldo Mondadori Editore iniziò la pubblicazione di tutte le raccolte. Sempre nel 1922 lo scrittore entra in Arcadia con lo pseudonimo di Tibrindo Plateo, che fu anche quello del Belli.

Fu padrino di battesimo del giornalista e radiocronista sportivo Sandro Ciotti. Il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nominò Trilussa senatore a vita il primo dicembre 1950, venti giorni prima che morisse. Si legge in uno dei primi numeri di “Epoca” dedicato, nel 1950, alla notizia del suo decesso, che il poeta, già da tempo malato, e presago della fine imminente, con immutata ironia, avesse commentato: “M’hanno nominato senatore a morte”; resta il fatto che Trilussa, benché settantanovenne al momento del trapasso, si ostinava con civetteria d’altri tempi a dichiarare di averne 73.

Oggi una statua che lo ricorda si trova a piazza Trilussa a Roma, tra il quartiere Trastevere e Ponte Sisto. A Grotte Santo Stefano in pochi conoscono invece la storia di quando Trilussa divenne grottano. 

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