L’alfabeto de La Fune – La top ten

L’alfabeto de La Fune – La top ten

Homepage - Dieci lettere per raccontare una settimana in cui l'hanno fatta da protagonisti manifesti, nervosismi e decadenze. Passando per il silenzio sul Teatro Unione e l'idea di vendere a peso d'oro la Volpara.

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A come “Armageddon”. La fine di un mondo politico, così come lo abbiamo almeno negli ultimi venti anni conosciuto è annunciata. La Tuscia entra nel vivo della campagna elettorale che ci porterà tra un anno al voto per politiche, regionali e rinnovo del comune capoluogo. Ne vedremo delle belle, parecchie già da subito. 

B di “Bagnoregio” anzi di “Balneum Regis”. Nella terra dei Calanchi pensano a costruire, coinvolgendo i cittadini, una rievocazione storica. Siamo sicuri di essere nella Tuscia?

C come “cultura”. Eppoi scopri che in tutta la Tuscia non sarà proiettato il film su Pino Daniele…

D di “decadenza”. Più che quella di qualche consigliere sembra essere proprio una questione più generale a Palazzo dei Priori. 

G di “Giovani della Tuscia dove siete?”. La domanda lanciata da La Fune continua a ricevere risposte dal territorio. Si fosse smosso davvero qualcosa …

M come “manifesti”. Chiacchieratissimo quello fatto affiggere da Viterbo2020 in viale Raniero Capocci questa settimana. “Viterbo non è un albergo” la scritta nel cartellone tenuto in mano da Chiara Frontini & Co. La città si è spaccata. Da una parte chi condivide il pensiero espresso dalla consigliera e ha gradito il tipo di messaggio lanciato, dall’altra i contrari. Roba buona per la politica da campagna elettorale, meno per creare il giusto clima all’interno del quale affrontare un tema complesso come quello dei migranti. Ognuno “fa la frusta pel su culo” dice un proverbio popolare. Tutti sono stati accontenti.

N di “nervosismi”. Quelli all’interno della maggioranza guidata da Leonardo Michelini si stanno facendo particolarmente “mossi” in vista della discussione sul bilancio. Poi c’è tutta la partita dell’opposizione. Si preannunciano nottate …

S come “strade provinciali”. Servono 25 milioni di euro per rimetterle in sicurezza e Mazzola chiamata a raccolta i sindaci. Buchi sull’asfalto e vuoto cosmico nelle casse di Palazzo Gentili, un mix che può avere effetti letali. 

T di “Teatro Unione”. Ancora tutto tace ma l’aria che tira è di riaprire il teatro “con i fichi secchi”. 

V di “Volpara”. Palazzo dei Priori sembrerebbe intenzionato a fare cassa dalla vendita dell’area dove era stato sognato di realizzare la nuova Fiera di Viterbo. Tutto è finito a “schifio” e ora si cerca la mandrakata. Cosa non si fa per ripezzare i conti in fase di bilancio …

 

 

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